Sin dall’invenzione dell’MP3, i fan dell’hip-hop si sono posti una semplice domanda: dove sono i De La Soul? I primi sei album del leggendario gruppo rap americano infatti non sono mai stati disponibili in formato digitale per problemi di diritti e, man mano che lo streaming diventava onnipresente, l’assenza di album come 3 Feet High and Rising e De La Soul Is Dead è stata avvertita sempre di più.

Un vuoto finalmente colmato da pochi giorni, con l’uscita del loro intero catalogo su tutte le principali piattaforme di streaming. Formatisi nel 1988 nella zona di Long Island a New York, i De La Soul sono formati da Posdnous, Maseo e Trugoy the Dove, scomparso lo scorso febbraio a soli 54 anni. Quando la band pubblica il primo album 3 Feet High and Rising nell’inverno del 1989, la sensazione è quella di un qualcosa di rivoluzionario per il genere.

L’APPROCCIO di Pos e Trugoy infatti, i due MC, è radicalmente diverso da quello dei colleghi e il focus delle loro barre quasi «sperimentali» è la combinazione fra giochi di parole e rime finemente strutturate. Musicalmente invece, la band è la prima a utilizzare sample e ritmi campionati con una naturalezza incredibile ma soprattutto come se fossero un’appendice imprescindibile dei loro beat. Forse, sono proprio le radici del gruppo a Long Island che possono aiutare a spiegare la loro prospettiva «rivoluzionaria» ed eclettica.

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Relativamente lontani dal trambusto della city, ma abbastanza vicini da conoscere bene le radici della cultura e della musica hip hop, i De La Soul hanno avuto lo spazio e la distanza per digerire, reinterpretare e creare un suono hip-hop «evoluto».

Nonostante la loro esuberanza giovanile, 3 Feet High and Rising fa intuire una saggezza e una sensibilità superiori ai loro anni anagrafici. Cosa assai rara per l’ambiente vista la costante attenzione della band anche a tematiche sociali e a una rappresentazione del femminile basata sul rispetto della donna, a differenza di tanti colleghi machisti.Il focus delle loro barre è la combinazione fra giochi di parole e rime strutturate

NEL 1991 è il turno di De La Soul Is Dead, forse il loro capolavoro, sicuramente il più avanti dal punto di vista della sperimentazione. Portando il loro umorismo a livelli nuovi e coraggiosi, l’album è «narrato» da una serie di scenette (skit) in cui un gruppo di bulli (interpretati da loro) rubano una cassetta dell’album a un bambino nel parco giochi. I bulli poi «parlano» per tutta la durata dell’album, lamentandosi in modo esilarante fra un brano e l’altro.

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Una scelta autoironica e meta-musicale che solo loro avrebbero potuto realizzare. Quando nel 1993 è il turno di Buhloone Mindstate, il panorama dell’hip-hop è completamente cambiato rispetto alla fine degli anni ’80. Più ruvido, quasi hardcore, e la band risponde con un album musicalmente stratificato e complesso, ma liricamente «discreto».

Il risultato è una raccolta di canzoni quasi jazz che combinano sample a registrazioni dal vivo ma che, inevitabilmente, li traghetterà in una dimensione sempre più di nicchia per tutti gli anni e i dischi successivi. Nella speranza, ora, che, con l’intero catalogo disponibile, anche la generazione di nativi digitali possa comprendere l’importanza capitale della band americana.