Dal papa «sberla» al relativismo e difesa della famiglia
Il viaggio nelle Filippine La difesa della famiglia è stato il tema centrale della prima giornata a Manila. Papa Francesco ha toccato anche altri argomenti: la difesa del bene comune, la giustizia sociale, la lotta alle diseguaglianze sociali e alla corruzione
Il viaggio nelle Filippine La difesa della famiglia è stato il tema centrale della prima giornata a Manila. Papa Francesco ha toccato anche altri argomenti: la difesa del bene comune, la giustizia sociale, la lotta alle diseguaglianze sociali e alla corruzione
Sul terreno amico delle Filippine (80% di cattolici,ma una significativa minoranza musulmana), papa Francesco gioca all’attacco. L’altro ieri, durante il volo da Colombo (Sri Lanka) – prima tappa del viaggio apostolico in Asia – a Manila aveva promesso un «pugno» (metaforico) a coloro che offendono la fede, rispondendo alla domanda di un giornalista francese sulla libertà di espressione a proposito delle vignette satiriche del settimanale Charlie Hebdo.
Ieri, nella capitale delle Filippine, Bergoglio ha assestato un paio di sberle alla cultura del «relativismo» e alle «ideologie colonizzatrici» che minano la famiglia tradizionale.
Una presa di posizione forte, per difendere quelli che Ratzinger chiamava «principi non negoziabili», indirizzata a tutti i livelli: politica, Chiesa e società.
«Le famiglie hanno un’indispensabile missione nella società», ha detto il papa durante l’incontro con le autorità al palazzo presidenziale. «Ma la famiglia può anche essere sfigurata e distrutta. Essa ha bisogno del nostro appoggio. Sappiamo quanto sia difficile oggi per le nostre democrazie preservare e difendere tali valori umani fondamentali, come il rispetto per l’inviolabile dignità di ogni persona umana, il rispetto dei diritti di libertà di coscienza e di religione, il rispetto per l’inalienabile diritto alla vita, a partire da quella dei bimbi non ancora nati fino quella degli anziani e dei malati».
Poco dopo, durante la messa in cattedrale, ha invitato vescovi, preti, seminaristi, religiosi e religiose a «proclamare la bellezza e la verità del matrimonio cristiano a una società che è tentata da modi confusi di vedere la sessualità, il matrimonio e la famiglia», «sempre più sotto l’attacco di forze potenti che minacciano di sfigurare il piano creativo di Dio».
L’affondo più deciso in serata, nell’incontro con le famiglie al palazzo dello sport. «Dobbiamo stare attenti alle nuove ideologie colonizzatrici che cercano di distruggere la famiglia», ha detto Bergoglio, «dobbiamo essere molto accorti, molto abili, molto forti, per dire no a qualsiasi tentativo di colonizzazione ideologica della famiglia».
Il papa si riferisce a difficoltà di natura economica («la frammentazione delle famiglie con l’emigrazione per la ricerca di un impiego»), al «materialismo» e a «stili di vita che annullano la vita familiare e le più fondamentali esigenze della morale cristiana».
Ma il nemico principale è il «relativismo»: la famiglia è minacciata «dai crescenti tentativi da parte di alcuni per ridefinire la stessa istituzione del matrimonio mediante il relativismo, la cultura dell’effimero, una mancanza di apertura alla vita», a cui Bergoglio associa una forte difesa dell’Humanae Vitae, l’enciclica di Paolo VI in cui si condanna la contraccezione.
Se la difesa della famiglia è stata il tema centrale della prima giornata a Manila, il papa ha toccato anche altri argomenti: la difesa del bene comune, la giustizia sociale, la lotta alle diseguaglianze sociali e alla corruzione («che toglie risorse ai poveri»). Tutti hanno «il dovere di ascoltare la voce dei poveri e di spezzare le catene dell’ingiustizia e dell’oppressione, che danno origine a palesi e scandalose disuguaglianze sociali».
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