Da un leader all’altro, Netanyahu si prepara al voto statunitense
Davanti agli occhi Ieri ha incontrato Biden e Harris (separatamente), oggi vola in Florida da Trump. Ma la protesta della gente lo segue
Davanti agli occhi Ieri ha incontrato Biden e Harris (separatamente), oggi vola in Florida da Trump. Ma la protesta della gente lo segue
Il viaggio del primo ministro israeliano Benyamin Netanyahu non si è limitato al discorso che ha tenuto al Congresso mercoledì, ma è proseguito con una visita alla Casa bianca per incontrare, separatamente, il presidente Joe Biden e la vicepresidente nonché probabile candidata democratica Kamala Harris, per poi spostarsi in Florida domani e incontrare il candidato repubblicano Donald Trump, in un momento importante e delicato per tutti e quattro i politici.
(Israele) sta perdendo la guerra delle pubbliche relazioni. Fatela finita, basta uccidere gente. È una dichiarazione davvero semplice Donald Trump
LA VISITA di Netanyahu alla Casa bianca, la prima da quando Trump ha lasciato l’incarico nel 2020, arriva in un momento in cui in entrambi i paesi continua a crescere la pressione per trovare una soluzione alla guerra che va avanti da nove mesi e che ha causato più di 39mila morti a Gaza. Dopo essersi ritirato dalla corsa presidenziale Biden, nel suo discorso alla nazione, ha dichiarato che uno degli obiettivi dei suoi ultimi sei mesi da presidente, è quello di terminare la guerra a Gaza. Già da tempo Biden sta facendo pressioni affinché Israele e Hamas sigillino la sua proposta di cessare il fuoco e di rilasciare gli ostaggi rimanenti a Gaza in tre fasi.
Dovesse accadere, rappresenterebbe un risultato storico per l’81enne leader democratico e contemporaneamente sarebbe un vantaggio per Harris, nel suo tentativo di succedergli alla Casa bianca. Sulle operazioni militari israeliane nella Striscia di Gaza la candidata dem dovrà decidere la propria linea, un punto a cui sta guardando con attenzione la comunità arabo-americana, che rappresenta la fascia di voto cruciale in uno stato in bilico estremamente importante come il Michigan.
BIDEN E NETANYAHU hanno parlato brevemente davanti ai giornalisti prima dei colloqui, durante i quali il presidente degli Stati uniti dovrebbe avere esercitato pressioni su Israele affinché si impegni almeno alla prima fase dell’accordo in tre parti: rilasciare alcuni degli ostaggi in cambio di un cessate il fuoco temporaneo.
NETANYAHU, rivolgendosi a Biden, ha detto: «Da fiero sionista ebreo a fiero sionista irlandese-americano, voglio ringraziarvi per 50 anni di servizio pubblico e 50 anni di sostegno allo Stato di Israele, e non vedo l’ora di discutere con voi oggi e di lavorare con voi nei prossimi mesi». Nonostante l’apparenza tranquilla la tensione tra i due era palpabile, ridata indietro dalle immagini televisive. I risultati dell’incontro, come di quello con Harris, arrivano troppo tardi per noi, ma già prima dell’arrivo di Bibi alla Casa bianca la protesta è passata là di fronte, dopo la grande manifestazione di mercoledì fuori dal Campidoglio.
Un gruppo di manifestanti si è avvicinato il più possibile all’area scandendo «Arrestate Netanyahu», con immagini del premier con le mani insanguinate e la tuta arancione dei carcerati dove si legge: «Ricercato per crimini contro l’umanità». Un messaggio simile era già comparso il giorno prima al Congresso, scritto su un cartello portato a Capitol Hill dalla deputata democratica palestinese-americana Rashida Tlaib, con la scritta «criminale di guerra» da un lato e «colpevole di genocidio» dall’altro.
Dopo quello con i democratici, per Netanyahu domani è in calendario un incontro che in teoria dovrebbe essere più rilassante: Donald Trump in Florida. Lo stesso che ieri in un’intervista ha avvertito Israele, «state perdendo la guerra delle pubbliche relazioni»: «Fatela finita e torniamo alla pace, e basta uccidere gente».
IN PREPARAZIONE all’incontro con Netanyahu, il tycoon ha pubblicato una lettera ricevuta dal presidente palestinese Mahmoud Abbas, un modo per Trump di segnalare che il leader palestinese vuole girare pagina, dopo la decisione del tycoon di riconoscere Gerusalemme come capitale di Israele e di spostare lì l’ambasciata americana. E più di tutto dimostra che Trump non ha abbandonato l’aspirazione di passare alla storia per aver raggiunto un accordo di pace tra Israele e palestinesi.
Il post di Trump inquadra il suo incontro di oggi con Netanyahu non solo come un’opportunità per una foto insieme, ma per sdoganarsi come unico candidato capace di terminare la guerra a Gaza. Abbas ha inviato la lettera il 14 luglio ma solo mercoledì Trump l’ha pubblicata sul suo account Truth Social: il leader palestinese dice di aver guardato il filmato del tentativo di omicidio contro di lui e di essersi preoccupato.
IL TYCOON ha risposto con un messaggio scritto a mano: «Mahmoud, così gentile. Grazie. Andrà tutto bene, i migliori auguri». Nel post Trump ha aggiunto: «Non vedo l’ora di vedere Bibi Netanyahu venerdì, e ancora di più di raggiungere la pace in Medio Oriente!».
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