Da casa, mi affaccio sul carcere di San Vittore
Cultura

Da casa, mi affaccio sul carcere di San Vittore

Narrazioni / 3 Dietro le finestre c'è l'impiegato delle poste, il malato in ospedale, ma anche i detenuti che battono le pentole
Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 11 aprile 2020
Dove siamo? Siamo chiusi nelle nostre case, se ne abbiamo una. Tutti uguali e tutti diversi, come sempre, ma in un modo nuovo, inedito e speciale. Tutti uguali, innanzitutto, lo siamo per l’improvvisa irruzione della fragilità nelle nostre vite: della fragilità del mondo e di quella che è in noi, che della prima è sia specchio che conseguenza (e La fragilità che è in noi è anche il titolo di un piccolo libro di Eugenio Borgna, bellissimo e prezioso). Lo so, è inopportuno e forse perfino sbagliato fare riferimento a sé stessi, ma ogni tanto, in via di eccezione, ce...
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