“Un giorno siamo eroi, un altro terroristi”. C’è tanta amarezza nella voce di Erdal Karabey, che davanti a duecento persone in presidio davanti al consolato svedese di Firenze spiega i motivi della manifestazione organizzata per contestare la scelta di Svezia e Finlandia di sottostare al diktat della Turchia, che pretende l’estradizione di 73 rifugiati politici curdi e turchi che avevano trovato ospitalità in quei paesi. “Oggi Erdogan chiede di estradare politici e giornalisti – ammonisce il portavoce dalla Comunità curda in Toscana – domani potrà toccare a centinaia di nostri connazionali che avevano trovato rifugio là”. Ad ascoltare Karabey ci...