Crollano in appello le accuse contestate all’ex sindaco di Riace Mimmo Lucano. I giudici della Corte d’appello di Reggio Calabria, infatti, lo hanno condannato a un anno e sei mesi di reclusione, con pena sospesa. La richiesta della Procura generale era di 10 anni e 5 mesi.

Stravolta quindi la sentenza di primo grado del tribunale di Locri che gli aveva inflitto 13 anni e 2 mesi di carcere per associazione per delinquere, truffa, peculato, falso e abuso d’ufficio. Assolti inoltre tutti gli altri 17 imputati.

I difensori dell’ex sindaco, gli avvocati Andrea Daqua e Giuliano Pisapia, nelle loro arringhe avevano contestato la ricostruzione accusatoria chiedendo l’assoluzione per il loro assistito e parlando di “uno stravolgimento dei fatti” e di “un uso distorto delle intercettazioni” per arrivare a una condanna “a ogni costo” di Mimmo Lucano.

La sentenza della Corte d’appello di Reggio Calabria, presieduta da Elisabetta Palumbo, è giunta dopo 7 ore di camera di consiglio. Lucano è stato condannato per un falso in relazione a una delibera del 2017.

“E’ la fine di un incubo che in questi anni mi ha abbattuto tanto, umiliato, offeso” il commento dell’ex sindaco di Riace dopo la sentenza. “E’ la fine di incubo che per anni, ingiustamente, mi ha reso agli occhi delle gente come un delinquente. Lucano è stato attaccato, denigrato e accusato, anche a livello politico e non solo, quindi, giudiziario, per distruggere il ‘modello Riace’, la straordinaria opportunità creata per accogliere centinaia di persone che avevano bisogno e per ridare vita e ripopolare i centri della Calabria. A questo punto spero che pure la Rai si ricreda e mandi in onda la famosa fiction girata con Fiorello a Riace”.