Critiche da destra a Crosetto. Il ministro: «Non hanno il senso dello Stato»
Il ministro della Difesa Guido Crosetto, indispettito, decide di tornare sulla vicenda con una lunga nota. Il caso del generale Roberto Vannacci – autore del libro denso di omofobia, razzismo e sessismo «Il mondo al contrario» nel quale tra l’altro scrive «cari gay, non siete normali» e si scaglia contro migranti, femministe, ambientalisti e «le discutibile regole di inclusione e tolleranza imposte dalle minoranze – non è stato infatti chiuso con la rimozione dell’ex comandante della Folgore dai vertici dell’Istituto Geografico Militare di Firenze.
Le polemiche proseguono, ma Crosetto risponde in particolare agli attacchi che gli arrivano da destra dopo la rimozione del generale, sostenendo che comunque si è trattato di «una scelta autonoma effettuata dal Capo di Stato Maggiore dell’Esercito, come atto a tutela della Forza armata stessa e anche del generale che è finito fin troppo sovraesposto dalla vicenda». Detto questo, «mi permetto di dolermi di quanto trovo davvero drammatico – dichiara il ministro – e cioè che, soprattutto chi si definisce ’di destra’ e si riempie la bocca dei concetti di ’Patria’, ’Onore’, ’Tradizione’ e ’Orgoglio nazionale’, dimostri di non conoscere, o conoscere davvero poco, cosa vuol dire avere senso dello Stato, delle Istituzioni, rispetto delle leggi italiane e della Costituzione repubblicana».
Al Crosetto preme sottolineare che lui stesso è un campione del «politicamente scorretto», figurarsi. Ma, ripete, «per me lo Stato e le istituzioni vengono prima di ogni cosa». A criticarlo, tra gli altri, era stato Gianni Alemanno, in piena competizione con FdI a tutta destra (secondo l’ex sindaco di Roma il pensiero di Vannacci, esposto «magari con linguaggio da caserma, interpreta esattamente quello della gran parte dei nostri migliori soldati», evviva), e Francesco Storace.
Ma anche tra gli stessi Fratelli c’è chi difende Vannacci. Si fa notare ad esempio il duo Donzelli-Bignami, con il primo più esplicito: «Non spetta al Pd decidere cosa si può scrivere o non scrivere nei libri. In una democrazia liberale non è compito della politica vagliare la correttezza morale dei contenuti degli scritti. Né del governo, né di un partito di minoranza». Il viceministro Galeazzo Bignami evita di citare il governo ma il senso non cambia: «Ma la libertà di espressione e di pensiero – scrive su Fb – vale solo se sei iscritto al Pd? Chi ha dato il diritto alla sinistra di rilasciare patenti morali su ciò che un cittadino può scrivere o meno in un libro?.
A questo punto, perché non portare il generale in parlamento? È il leader di Forza Nuova Roberto Fiore a proporgli di candidarsi alle suppletive di Monza.
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