Visioni

Cramps, una notte d’avanguardia

Cramps, una notte d’avanguardiala performance al Lirico – foto di Giuseppe Verrini

Eventi Per celebrare un'esperienza discografica irripetibile nel panorama italiano, la leggendaria etichetta ha festeggiato ieri sera a Milano i 50 anni dalla sua fondazione con un concerto al Teatro Lirico di Milano

Pubblicato più di un anno faEdizione del 8 aprile 2023

Esperienza discografica irripetibile nel panorama italiano, la leggendaria Cramps Records ha festeggiato ieri sera a Milano i 50 anni dalla sua fondazione con un concerto al Teatro Lirico di Milano. Creatura di quel geniaccio di Gianni Sassi – autore, grafico, discografico, imprenditore e fotografo –, la Cramps nasce nel 1972 per accogliere gli artisti dell’epoca più all’avanguardia che difficilmente riuscivano a trovare uno spazio nel panorama discografico. Visionario e «artista situazionista», come lo ha definito sul palco Eugenio Finardi, Sassi raduna tutto il meglio del progressive e del jazz-rock nostrano, come i neonati Area, band capitanata dal leggendario Demetrio Stratos che con la Cramps inciderà il disco Arbeit macht frei su testi proprio di Sassi sotto lo pseudonimo di Frankenstein, che diventerà anche il simbolo dell’etichetta.

NON A CASO, i primi a salire sul palco del Lirico, e ad eseguire tre brani di Arbeit macht frei, sono stati Patrizio Fariselli e Area Open Project, ensemble con il quale il leggendario tastierista della band milanese continua a diffondere la musica degli Area. Nella Cramps c’era spazio non solo per il rock d’avanguardia ma per tutti coloro che, alla faccia delle convenzioni, rifiutavano la tradizione. Nel 1978 infatti, Sassi mette sotto contratto i neonati Skinatos, band punk rock demenziale bolognese capitanata dal compianto Freak Anthony. «Eravamo punk sì ma i nostri testi erano più vicini a Buscaglione rispetto a quelli dei Sex Pistols» dice il chitarrista e cantante Dandy Bestia, unico membro rimasto della formazione originale, poco prima di infuocare il palco con brani storici come Carabigniere Blues, Largo all’Avanguardia e Diventa demente. Senza soluzione di continuità è il turno di Eugenio Finardi che, invece di snocciolare hit come Extraterrestre, sceglie di eseguire parte di una performance musicale che John Cage fece proprio al Lirico nel 1977 su invito dell’amico Gianni Sassi.

«Eravamo punk sì ma i nostri testi erano più vicini a Buscaglione rispetto a quelli dei Sex Pistols» dice il chitarrista e cantante Dandy Bestia, unico membro rimasto della formazione originale

AD “OCCUPARSI” dei brani di Finardi ci pensano Lucio Fabbri & Friends che eseguono Musica ribelle, ma anche Pane quotidiano di Alberto Camerini, altro innovatore messo sotto contratto dalla Cramps verso la fine degli anni ’70. Senza cadere nelle facili trappole della nostalgia, la serata si avvia alla conclusione con un happening che omaggia anche Franco Battiato, storico amico di Gianni Sassi, e termina con Gioia e rivoluzione, brano degli Area mai così attuale e che vede tutti gli artisti ospiti salire sul palco. Per celebrare ancora una volta un’epoca dove tutto sembrava possibile.

 

 

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