“Siamo pronti a fare le primarie del centrosinistra il 3 marzo: Sara Funaro, Cecilia Del Re, Stefania Saccardi fate le primarie. Se questo non accadrà siamo pronti con la lista `Stefania per Firenze´”. Anche Matteo Renzi si iscrive alla lista degli orfani dei gazebo, dopo che il Pd fiorentino – seguendo tutte le regole statutarie – ha scelto l’attuale assessora al sociale Sara Funaro come candidata sindaco alle elezioni comunali di giugno. Una decisione presa a inizio settimana dall’81% dell’assemblea dem riunita alla Casa del popolo di San Bartolo a Cintoia, dunque con una maggioranza tale da cancellare l’ipotesi del ricorso ai gazebo, che pure era stata richiesta con forza dall’ex assessora all’urbanistica Cecilia Del Re, licenziata mesi fa dal sindaco Nardella.
Il confronto-scontro tra Funaro e Del Re si è consumato nella fisiologica dialettica interna di un Pd che a Firenze continua a raccogliere circa il 35% dei consensi, in grado di eleggere parlamentari anche alle ultime elezioni politiche, che pure sono state disastrose per il partito. Ma l’esito delle consultazioni ha evidentemente deluso Renzi, che con tutta probabilità contava sull’effetto mediatico delle primarie di coalizione per aumentare il peso della sua Italia Viva, che anche nella città che gli ha dato fama e fortuna politica raggiunge a stento la doppia cifra.
Nel presentare la sua candidatura, l’attuale vicepresidente regionale Saccardi ha detto testualmente: “Così diamo una possibilità di alternativa alla giunta attuale”. Una giunta che peraltro si regge, come in Regione Toscana, sull’alleanza Pd-Iv, assai gradita al governatore Eugenio Giani che, non a caso, in questi giorni ha ribadito: “Credo che Italia Viva sia una componente essenziale, almeno nella mia visione del centrosinistra. Stefania Saccardi è la mia vicepresidente, e insieme lavoriamo molto bene”. Parole a cui la diretta interessata ha prontamente risposto: “Sul futuro in Regione io sostengo Giani, ho un ottimo rapporto con lui e sarò al suo fianco finché lo vorrà”.
Per certo, come osservato ieri in un editoriale sul Corriere Fiorentino, dorso locale del Corriere della Sera, per ora il dibattito politico sia nel centrosinistra che nel centrodestra si è sviluppato unicamente sui nomi e non sui programmi, al di là della già riconfermata scelta della candidata Funaro di andare avanti con il progetto di realizzare un aeroporto intercontinentale a Peretola, decisione comunque graditissima all’accoppiata Renzi-Carrai.
Anche nel centrodestra infatti, dove si attende che il neo cittadino italiano Eike Schmidt sciolga la riserva – il direttore uscente degli Uffizi ha promesso di farlo a gennaio – candidandosi a sua volta per Palazzo Vecchio, si va avanti a colpi di slogan e non certo di programmi alternativi al decennio nardelliano. Fatto del resto che conferma la debolezza, da questa parti, della trimurti Fi-Lega-Fdi, mai capace di insidiare a Firenze l’egemonia del Pd.
Così alla fine l’unica forza politica che è partita dall’elaborazione di un programma insieme ai suoi potenziali elettori è stata la Sinistra progetto comune di Antonella Bundu e Dmitrij Palagi, capace in questi anni di fare una efficace opposizione alla giunta Nardella. Mentre il Movimento 5 Stelle, che pure ha ribadito con il suo capogruppo comunale Roberto De Blasi la distanza dal Pd fiorentino e toscano, sembra aggrappato più alle uscite sui media dello storico dell’arte e saggista Tomaso Montanari, che non intende candidarsi, piuttosto che ad avviare un percorso programmatico con i suoi elettori.