Scuola

Conte: «Riapriremo le scuole prima di Natale»

Conte: «Riapriremo le scuole prima di Natale»La protesta contro la didattica a distanza a Milano – LaPresse

Il caso Il presidente del Consiglio: «Si torna in classe compatibilmente con la curva epidemiologica». Il movimento «Priorità alla scuola»: «Dopo 9 mesi di sacrifici va verificato come avverrà il rientro»

Pubblicato quasi 4 anni faEdizione del 24 novembre 2020

A dieci giorni dalla scadenza del Decreto del presidente del Consiglio dei ministri (Dpcm) e in vista del prossimo ieri sera a Ottoemezzo Giuseppe Conte ha detto che il governo sta lavorando per riaprire la scuola prima di Natale «compatibilmente con la curva epidemiologica». L’annuncio è arrivato al termine di una giornata in cui sono cresciuti i dubbi sulla necessità di legare il ritorno alle lezioni in presenza all’andamento degli eventuali contagi da Covid prodotti dallo shopping natalizio o dalla ristorazione in vista del Natale. Una prospettiva che ha fatto sobbalzare la ministra dell’Istruzione Lucia Azzolina: «Non possiamo immaginare a dicembre di avere strade affollate il pomeriggio e scuole superiori chiuse la mattina» ha detto. Conte ha assicurato che gli orari dei centri commerciali saranno dilatati per evitare gli assembramenti e assicurare la tradizione «dello scambio dei doni, lo shopping».
La giornata era iniziata con l’ipotesi del presidente del Comitato tecnico scientifico Agostino Miozzo sulla riapertura in presenza delle scuole rinviata a dopo le vacanze natalizie, lunedì 11 gennaio 2021.

NEL FRATTEMPO oltre 4 milioni di studenti delle superiori, e una parte di quelli delle seconde e terze medie nelle zone arancioni e rosse sarebbero rimasti in didattica a distanza (Dad). Miozzo ha chiesto di evitare «gravi danni» psicologici, sociali e didattici agli studenti e ha parlato anche di una mancata riorganizzazione del trasporto pubblico locale, dello scaglionamento degli orari e del monitoraggio sanitario. Questioni ancora più urgenti oggi, dato che il governo autorizzerà le lezioni in presenza in base all’andamento dei contagi. Per questo sono attesi interventi sui presidi sanitari scolastici, sui test rapidi promessi, sulla scelta dei trasporti anche privati e per rimediare alla mancanza dei docenti precari o ai problemi del reclutamento denunciato dai sindacati, rimasti inascoltati. Si dovrebbe inoltre pensare a come evitare i cortocircuiti istituzionali con i presidenti delle regioni ai quali è stato permesso di varare ordinanze più restrittive dei Dpcm che hanno chiuso le scuole anche in mancanza di dati certi. Da domani riapriranno gli asili e le prime elementari in Campania, anche se i sindaci avranno l’ultima parola. In Calabria il Tar ha riaperto materne, elementari e prime medie sospese dal facente funzioni Nino Spirlì. Cosa accadrà in queste, o altre regioni, quando sarà chiesto di riaprire? Sono tutti problemi non risolti nei sei mesi di chiusura tra marzo e settembre e negli ultimi due passati tra un’apertura a singhiozzo e una chiusura precipitosa.

IL RIENTRO potrebbe avvenire progressivamente, ma in un modo tutto da stabilire. A questo proposito la ministra Azzolina ha detto che «se i contagi andranno giù, e ci sarà la possibilità di allentare alcune restrizioni, mi auguro che anche le scuole superiori vedano un ritorno graduale degli studenti in classe». Questo ritorno avverrà per regioni? E, poi, a livello di istituto, ci sarà un’alternanza tra le classi online e in presenza?

RIAPRENDO le scuole prima di Natale il governo dovrebbe sciogliere anche un altro nodo: la scuola è veicolo di contagio? Per il Cts no, i problemi sono «fuori». Su questo punto c’è uno scontro. Ad esempio, c’è chi come l’epidemiologo assessore alla salute della regione Puglia Luigi Lopalco attribuisce l’impennata della curva alla scuola. C’è chi invece come la ministra Azzolina, o quello della giustizia Alfonso Bonafede, sostiene che esistono prove contrarie e le scuole sono «sicure». C’è anche la possibilità che, in mancanza di un sistema di tracciamento, il nuovo ritorno a scuola possa fallire e le scuole superiori torneranno online. La precedente decisione di tornare alla Dad ha provocato critiche anche nel governo. Ieri la ministra per le Pari opportunità e la famiglia Elena Bonetti ha sostenuto che l’esecutivo ha fatto «un errore a mettere la Dad al 100%».

«CREDIAMO che il governo possa decidere e fare queste scelte, perché altrove in Europa è stato già fatto – sostiene Maddalena Fragnito di «Priorità alla scuola», il movimento che da aprile sostiene la riapertura in sicurezza – Ma dopo nove mesi di sacrifici fatti da minori, famiglie, docenti ora va verificato su quali basi e in che modo arriverrà questo rientro . Continueremo a fare emergere le contraddizioni di un paese che aiuta imprese che pagano le tasse in Olanda e non finanzia i trasporti urbani per gli studenti».

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