iva assorbenti femminili
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Consumi, torna la petizione lanciata da Coop Italia per l’abbassamento dell’Iva sugli assorbenti femminili

La campagna Dopo la decisione del governo Meloni di rialzare l’Iva sui prodotti mestruali (assorbenti), riparte la sottoscrizione lanciata dal collettivo «Onde Rosa» e sostenuta da Coop Italia per chiedere di abbassare […]
Pubblicato 7 mesi faEdizione del 7 marzo 2024

Dopo la decisione del governo Meloni di rialzare l’Iva sui prodotti mestruali (assorbenti), riparte la sottoscrizione lanciata dal collettivo «Onde Rosa» e sostenuta da Coop Italia per chiedere di abbassare nuovamente l’Iva su un prodotto che grava soprattutto sul bilancio della popolazione femminile (tra cui – dati Istat – in Italia ci sono 2,3 milioni di donne maggiorenni in condizione di povertà assoluta).

L’obiettivo della campagna (la petizione è stata lanciata su «Change.org») è molto ambizioso: 1 milione di firme per convincere il governo a fare retromarcia.

«E’ doloroso e dispiace che sia stata la prima presidente del Consiglio donna ad alzare di nuovo l’Iva» ha detto Maura Latini, presidente di Coop Italia. «Ci sembra molto importante – ha spiegato – che su certi temi non si facciano passi indietro, anche considerando la grande difficoltà che il nostro Paese ha nel compiere degli avanzamenti sulla gender equality. E’ in quest’ottica che abbiamo chiesto ai nostri partner e a coloro che sono in prima linea nella sollecitazione di un dibattito sull’uguaglianza di genere di sottoscrivere pubblicamente la nostra petizione, diventando protagonisti anche di questa battaglia».

Nel frattempo, l’azienda leader della Grande distribuzione organizzata in Italia ha deciso di neutralizzare l’aumento dell’Iva negli assorbenti a marchio Coop fino al 31 maggio (simulando l’Iva al 5%). Il costo dell’operazione dovrebbe essere di circa 1 milione di euro. Secondo i dati Nielsen, nel 2023 le vendite di assorbenti sono aumentate in termini di incassi (da 412,7 milioni di euro a 419 milioni) pur essendo diminuite le confezioni vendute di 500 mila unità – 198,3 milioni in totale. Segno che l’inflazione incide su un bene di consumo che in Italia viene considerato un lusso e che pochi centesimi al mese per qualcuno possono anche fare la differenza.

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