E finalmente la democrazia aleatoria diventa realtà anche in Italia, dopo che in altri Paesi europei da anni è già uno strumento utilizzato per attualizzare il confronto con la cittadinanza, prima di legiferare. Si svolgerà a Milano il 19 e il 20 ottobre, la prima assemblea di cittadini estratti a sorte su tutto il territorio nazionale e che costituisce un campione rappresentativo di ogni fascia della popolazione italiana (per età, religione, etnia, orientamento sessuale e identità di genere, distribuzione geografica, istruzione, formazione, conoscenza del tema trattato, ecc.). Un progetto co-finanziato dall’Unione europea e patrocinato dall’Università «La Statale» di Milano, organizzato dall’Associazione Luca Coscioni insieme a Eumans. Tra gli oltre 230 volontari che si sono iscritti alla piattaforma, sono state sorteggiate 150 persone, a cui si aggiungeranno altri sei cittadini di altrettanti Paesi europei, a loro volta estratti a sorte tra coloro che desiderano partecipare alla discussione generale sul tema prescelto. Che questa volta è la genitorialità sociale.

ANCHE L’ARGOMENTO non è mai stato finora trattato nelle assemblee civiche europee. «Abbiamo scelto questo tema perché rappresenta bene il cambiamento della società – spiega la segretaria dell’Associazione Coscioni, l’avvocata Filomena Gallo – Un argomento che non può essere letto soltanto attraverso l’informazione mediatica, spesso superficiale, alla ricerca del gossip, piena di pregiudizi e personalizzazioni, spregiudicata nell’uso di terminologie aggressive o, peggio, al servizio di piani politici precostituiti. È una tematica sulla quale ancora non c’è stato sufficiente dibattito».

IL PRIMO GIORNO, giovedì 19 ottobre, i cittadini selezionati verranno informati da esperti di varie tipologie e provenienze, anche politiche, con panel specifici su gravidanza per altri, accesso a tecniche di fecondazione assistita, adozioni e circolazione dello stato giuridico di figlio. È lunga la lista di docenti universitari di Psicologia, oppure di Diritto pubblico, privato o costituzionale, sociologi, medici, ginecologi, magistrati, avvocati, presidenti dei tribunali dei minori. C’è, per esempio, Monia Ferretti, presidente del «Comitato Coordinamento Associazioni, famiglie adottive e affidatarie» e perfino Alberto Gambino, professore di Diritto privato e presidente dell’Associazione Scienza e Vita, un’organizzazione cioè che su questi temi ha una posizione diametralmente opposta a quella dell’Associazione Coscioni. La seconda fase dell’assemblea che prosegue nel giorno successivo, continua a spiegare Gallo, prevede che i cittadini prendano parte a tavoli di lavoro con l’ausilio di facilitatori, ossia «persone formate a stimolare la riflessione e l’emanazione di un parere». Le sezioni di lavoro sono aperte: tutti i partecipanti possono porre domande a ciascuno degli esperti, indipendentemente dal tavolo assegnato. Ne verranno fuori alcune «raccomandazioni che arriveranno sia al legislatore italiano che a quello europeo».

Un metodo sicuramente impegnativo, e anche delicato, in un momento storico in cui il buon giornalismo non riesce a competere con la disinformatia dei social; e l’analfabetismo di ritorno e quello funzionale sono in aumento. «Sì, è rischioso – conviene Filomena Gallo – e per questo motivo cerchiamo di fare prima informazione generale e poi coinvolgere i cittadini».

NEL MERITO, riassume la segretaria dell’associazione Coscioni, «questo dibattito si è aperto quando si parlava di unioni civili. Da allora, abbiamo riconosciuto che le persone lgbtq+ sono portatori di diritti, però le coppie dello stesso sesso non possono fare famiglia con dei figli. E dal 2016 ad oggi le previsioni di stepchild adoption che erano state prospettate non hanno trovato un testo normativo, costringendo i tribunali e la stessa Corte costituzionale ad intervenire. La legge 40 prevede che sono figli legittimi i nati anche con le tecniche vietate in Italia. Però una coppia etero può accedere alla fecondazione assistita, mentre per le coppie dello stesso sesso si parla di “pratiche contrarie all’ordine pubblico”. E allora si prospettano assurdità giuridiche come il reato universale, si confondono i piani e si fa disinformazione. Per questo applichiamo il metodo dell’Associazione Coscioni, che è stata chiamata anche in altri Paesi a partecipare alle assemblee di democrazia aleatoria: etica vuol dire conoscenza».