«Ciascuno faccia il proprio mestiere»
Politica Alla cerimonia del Ventaglio Mattarella invita a rispettare i confini costituzionali. Altolà sulle commissioni parlamentari d’inchiesta. Dal capo dello Stato anche un messaggio sull’autonomia differenziata
Politica Alla cerimonia del Ventaglio Mattarella invita a rispettare i confini costituzionali. Altolà sulle commissioni parlamentari d’inchiesta. Dal capo dello Stato anche un messaggio sull’autonomia differenziata
Non è stato un discorso come tanti nelle tradizionali cerimonie del Ventaglio, sempre puntuali, spesso incisivi ma quasi mai di primaria importanza. Stavolta Sergio Mattarella ha deciso di cogliere l’occasione per fare chiarezza sulle questioni più importanti a partire dalla più fondamentale di tutte, il rispetto delle rispettive competenze tra poteri dello Stato. È la sua materia e per l’occasione il capo dello Stato ha fatto ricorso a tutta la perizia e la precisione del costituzionalista. «Ciascuno faccia il proprio mestiere e cerchi di farlo bene», è il monito iniziale del presidente, che poi però dettaglia: «Va garantito il rispetto del ruolo della magistratura di giudicare, perché solo alla magistratura è affidato questo compito dalla Costituzione». La magistratura stessa, però, deve operare «tenendo conto che leggi le elabora e delibera il Parlamento, perché soltanto al Parlamento, nella sua sovranità legislativa, è riservato questo compito dalla Costituzione».
I PUNTINI SULLE I sono importanti in un quadro nel quale sia la politica che la magistratura tendono puntualmente a sconfinare, ma l’affondo vero, del tutto imprevisto almeno in forme così esplicite, arriva subito dopo: «Iniziative di inchieste con cui si intende sovrapporre attività del Parlamento ai giudizi della magistratura si collocano al di fuori del recinto della Costituzione e non possono essere praticate. Non esiste un contropotere giudiziario del Parlamento, usato in conflitto con la magistratura così come non sono le Camere a decidere ciò che è riservato alla Corte Costituzionale. Non esiste una giustizia costituzionale politica. I ruoli non vanno confusi a tutela dell’ambito di cui sui è titolari».
È UN TEMA che preoccupa il presidente della Repubblica già da mesi: la tendenza del Parlamento a esorbitare dal proprio ruolo usando, anzi abusando dello strumento delle commissioni d’inchiesta (tra le ultime, la commissione Covid). È una pratica doppiamente perversa in termini costituzionali: perché implica lo sconfinamento del Parlamento rispetto agli altri poteri e perché, dati i rapporti di forza nelle Camere, assegna alla maggioranza un inaccettabile ruolo di giudice supremo.
Dopo aver chiarito quali sono i confini che la Costituzione impone ai poteri dello Stato, il presidente ricorda a tutti che la Carta non regola solo l’ordinamento ma indica anche un orizzonte preciso verso il quale è imperativo muoversi, deve dunque essere non solo rispettata ma anche attuata: «La Costituzione è la guida del nostro agire, fissando principi, valori irrinunziabili, diritti inviolabili, virtuose connessioni con l’Unione europea e con la comunità internazionale». L’allusione ad alcuni provvedimenti, in particolare all’autonomia differenziata, sembra palese.
SUL PNRR IL PRESIDENTE è altrettanto severo e le bacchettate arrivano a tutti in egual misura: «Non si tratta di una questione del governo, di questo governo o dei due governi precedenti, ma dell’Italia. Dobbiamo tener conto tutti di non esserne estranei, ma di esserne responsabili certamente in misure diverse, di dover recare apporti costruttivi. Un eventuale insuccesso o un risultato soltanto parziale non sarebbe una sconfitta del governo, ma dell’Italia. Così sarebbe visto e interpretato fuori dai nostri confini e così sarebbe». La sferzata è per chi continua ad attribuire ai governi precedenti le responsabilità dei ritardi ma è rivolta anche a chi vede nel Pnrr più un’opportunità per la propaganda di parte che non per il Paese. Il richiamo è sonoro: al successo del Pnrr devono contribuire tutti. Senza augurarsi un fallimento che porterebbe forse qualche voto ma certamente molti disastri.
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