Ciani: «Il pacifismo sia l’asse portante del campo largo: solo così vinceremo»
Intervista al parlamentare indipendente del Pd Il rappresentante di Demos: le parole della segretaria? Più che una svolta, l’evoluzione davanti a un dramma di oltre 100 giorni. Il «cessate il fuoco in cambio del rilascio degli ostaggi» si sta facendo strada ovunque
Intervista al parlamentare indipendente del Pd Il rappresentante di Demos: le parole della segretaria? Più che una svolta, l’evoluzione davanti a un dramma di oltre 100 giorni. Il «cessate il fuoco in cambio del rilascio degli ostaggi» si sta facendo strada ovunque
Onorevole Paolo Ciani, seppur da indipendente, lei che è stato il primo nel Pd a portare avanti le tematiche pacifiste, le parole della segretaria Elly Schlein a Gubbio sono una svolta nella posizione del partito?
Più che una svolta sono l’evoluzione davanti al dramma a cui stiamo tutti assistendo a Gaza. La preoccupazione di Elly Schlein per il dramma umanitario non è una novità ed stata ribadita nelle ultime settimane con grande forza e attenzione.
Però è la prima volta che parla esplicitamente di «crimini di guerra» rispetto al comportamento di Israele, tanto è vero che gli ex renziani sono già sul piede di guerra…
Non ho colto differenze. Negli atti parlamentari e negli interventi pubblici, va riconosciuta grande coerenza nei suoi comportamenti. A partire dalla denuncia della gravità degli atti perpetrati da Hamas il 7 ottobre, Schlein ha prima certamente appoggiato la reazione di Israele ma poi è prevalsa la preoccupazione per l’escalation degli attacchi su Gaza. Ora sono passati oltre 100 giorni ed è sotto gli occhi di tutti come la strategia di Israele non stia portando da nessuna parte. Peraltro la richiesta di “cessate il fuoco” legata alla liberazione degli ostaggi è ormai largamente condivisa a livello internazionale, in primis dall’amministrazione Biden. È evidente che esiste una sensibilità diffusa per il cessate il fuoco che aumenta giorno dopo giorno.
La novità riguarda però anche il no all’invio di armi tout court, una sorta di tabù per il Pd, fin dalla nascita…
Sulla vendita delle armi in realtà l’Italia ha già una legge che vieta la vendita a paesi in guerra e la segretaria ha fatto bene a ricordare anche la posizione del parlamento europeo.
Lei comunque ora si sentirà meno solo, finora era l’unico a portare avanti le istanze pacifiste nel Pd…
In realtà ci sono molti altri che nel Pd stanno portando avanti la proposta di cessate il fuoco: da Arturo Scotto a Roberto Speranza che sono andati in Palestina in questi mesi a Peppe Provenzano. Io sono un pacifista storico e queste istanze le ho portate avanti anche sulla guerra in Ucraina, ma sono esterno al partito. Devo però sottolineare che, pur facendo parte di Demos, ho potuto farlo con grande libertà e senso di responsabilità. Se all’interno del Pd non ho avuto problemi, mi lasci dire che sono state riprovevoli alcune caricature grottesche delle mie posizioni – «amico di Putin» – da parte di chi – la destra – amica di Putin è sempre stata.
Non pensa che il Pd avrebbe preso molti più voti sposando prima e meglio le posizioni pacifiste?
Già in campagna elettorale avevo avuto la sensazione che il pacifismo facesse breccia fra gli elettori e dunque rivendico la giustezza della mia posizione. Io continuerò con Demos a portare avanti queste posizioni che sono di contrarietà alla guerra e di lotta per la pace che hanno grande spazio nel paese denunciando come l’Unione europea sia silente: l’unica che non ha un rappresentante per la pace, a differenza del Vaticano e della stessa Turchia.
Il pacifismo può essere la leva per costruire il famoso «campo largo» del centro sinistra?
Penso che dovrebbe esserne l’asse portante. Il tema della pace è molto sentito. Finora il Pd aveva posizioni più defilate rispetto a quelle di M5s e Alleanza Verdi Sinistra. Lo sono molto meno i cosiddetti centristi che dovrebbero far parte dell’alleanza di centro sinistra. Detto questo, dovremmo preoccuparci di più della sensibilità sul tema degli elettori rispetto a quella dei partiti. Sono loro che devono votarci.
In vista delle Europee, il risultato del Pd potrebbe essere decisivo per il futuro politico di Elly Schlein. Lei le consiglierebbe di mettere in lista molti pacifisti?
Non so se sarà decisivo per il suo futuro. Io di certo lo auspico fortemente e mi sto impegnando e lavorando giorno dopo giorno perché nelle liste del Pd alle Europee siano candidati esponenti della società civile convintamente su posizioni pacifiste.
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