Conobbi Chiara Briganti nel 1962: vivevo da poco in esilio a Milano dove il mio maestro, Roberto Longhi, e sua moglie Anna Banti, avevano costretto la casa editrice Feltrinelli ad assumermi come il loro redattore di libri d’arte (la rivoluzione nella mia remota isola mi aveva lasciato in miseria). All’inizio ebbi fortuna e feci pubblicare i tre volumi sulla scultura italiana di John Pope-Hennessy e l’ultimo volume dei diari di Bernard Berenson, Tramonto e Crepuscolo. Le mie due seguenti proposte, purtroppo, non ebbero la stessa sorte. Si trattava dello studio di Hugh Honour sulla Chinoiserie e di un lavoro, appunto,...