Cgil: «Sui voucher non smobilitiamo, il Parlamento deve trasformare in legge il decreto»
Corso Italia «Ora il Parlamento deve trasformare in legge il decreto del governo affinché la Corte di Cassazione possa dichiarare accolte le nostre istanze e quindi superato il voto referendario»
Corso Italia «Ora il Parlamento deve trasformare in legge il decreto del governo affinché la Corte di Cassazione possa dichiarare accolte le nostre istanze e quindi superato il voto referendario»
Il decreto legge del governo, «che cancella l’attuale istituto dei voucher e ripristina la responsabilità solidale negli appalti, è un primo straordinario risultato della nostra iniziativa», ma «ora il Parlamento deve trasformare in legge il decreto del governo affinché la Corte di Cassazione possa dichiarare accolte le nostre istanze e quindi superato il voto referendario. Per questo non smobilitiamo». «Abbiamo – prosegue il sindacato di Corso Italia – dopo tanti anni riportato il lavoro e le sue condizioni al centro della discussione nel Paese. Siamo e saremo impegnati ogni giorno fino a quando la legge su voucher e appalti non verrà approvata. E poi ancora continueremo la nostra mobilitazione per sostenere la Carta dei diritti universali del lavoro».
Questa carta è il nuovo «statuto del lavoro» che i giuristi del sindacato hanno elaborato nell’ultimo biennio. Già presentata in migliaia di assemblee degli iscritti la carta contiene, tra l’altro, l’alternativa ai voucher. Gli articoli 80 e 81 prevedono un «contratto di lavoro subordinato occasionale» rivolto a «piccoli lavori di tipo domestico familiare», comprese le lezioni private, il giardinaggio e il babysitteraggio o l’assistenza domiciliare alle persone anziane.
Il sindacato ritiene così di regolamentare attività svolte da studenti, inoccupati, pensionati e disoccupati non percettori di forme previdenziali obbligatorie o trattamenti di disoccupazione. I soggetti interessati comunicano la loro disponibilità ai servizi per l’impiego e ricevono una tessera magnetica con il pin. Chi vuole ricorrere alle loro prestazioni occasionali dovrebbe acquistare, a proprie spese, presso le rivendite autorizzate una «scheda per prestazione di lavoro subordinato occasionale» dotata di un codice a barre e codice fiscale.
Sulla tessera del lavoratore saranno corrisposti 7,50, 1,30 all’Inps e 0,70 centesimi all’Inail, 0,50 centesimi sono il rimborso spese per il servizio. I datori di lavoro sono «tracciati» da un decreto del ministero del lavoro, i concessionari delle schede dei lavoratori e gli autorizzati alla loro vendita. Una formula vicina ai voucher, ma ricondotta al contratto.
«Non cantiamo vittoria finché non vediamo i testi – ha ribadito la segretaria generale Cgil Susanna Camusso – ma una prima importante vittoria c’è: abbiamo restituito al paese, alle persone la fiducia che cambiare si può, insieme».
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