Scuola

Cgil lancia una mobilitazione antifascista straordinaria

Cgil lancia una mobilitazione  antifascista straordinariaUn momento della manifetazione di Firenze – Aleandro Biagianti

Scuola Il sindacato: «Il ministro farebbe meglio a placare il clima di odio suscitato da giovani neofascisti»

Pubblicato più di un anno faEdizione del 24 febbraio 2023

Una mobilitazione straordinaria di tutte le forze democratiche e antifasciste per reagire al disegno sempre più esplicito di revisione della storia, a partire dalle scuole, messo in atto dal governo di destra. È stata indetta ieri da Cgil, Cgil Firenze e Flc Cgil, il sindacato di categoria, dopo giorni passati ad attendere che il ministro dell’Istruzione «e del merito», Giuseppe Valditara si pronunciasse sui pestaggi di Azione Studentesca a Firenze.

Valditara ha approfittato dell’occasione per fare propaganda sulla linea nazionalista del governoMaurizio Landini

«IL MINISTRO definisce “ridicole” le parole della dirigente scolastica Annalisa Savino e sostiene che di lettere dei presidi su fascismo e antifascismo non sa che farsene – scrivono Cgil, Cgil Firenze e Flc Cgil in una nota – La dirigente Savino ha assolto ai compiti educativi previsti dalla scuola della Repubblica sulla cui Costituzione antifascista il ministro ha giurato». «Dopo le distorsioni della storia a cui abbiamo assistito in questi mesi – scrivono i sindacati – il ministro farebbe meglio a placare il clima di tensione e di odio suscitato da giovani neofascisti».

«VALDITARA ha pensato bene di intervenire sull’episodio per intimidire la preside che si è limitata a ricordare come la violenza vada fermata prima di ripetere gli errori e gli orrori del passato – ha detto il segretario generale Maurizio Landini, dopo aver rimarcato il silenzio del ministro dopo i pestaggi, aggiunge – Come se fosse una colpa da emendare l’aver messo in guardia dal diffondersi di idee e comportamenti fascisti”. E rincara: «Il ministro non si è fermato a questo, ha approfittato dell’occasione per fare propaganda sulla linea nazionalista del governo».

«LA CGIL – ha proseguito Landini – è al fianco della preside e difenderà in tutte le sedi il suo diritto a intervenire su un episodio che non deve mai più ripetersi è ricorda al ministro che la sua linea politica non può essere imposta a dipendenti e dirigenti della pubblica amministrazione, in particolare nell’ambito dell’istruzione, dove la libertà di pensiero e di insegnamento sono intangibili». «Sono valori fondanti della Costituzione repubblicana nata dalla Resistenza, che vanno non solo difesi, ma insegnati».

«ANNALISA SAVINO ha subito intimidazioni scorrette, fuori luogo e inaccettabili da parte di un ministro della Repubblica Italiana”- sostiene Giuseppe D’Aprile, segretario generale della Uil Scuola Rua – La politica tutta ha il dovere di condannare tutto ciò riconduca ad azioni fasciste». Preoccupato anche il presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli che difende «il principio della libertà di espressione garantito dalla Costituzione anche per i dirigenti scolastici».

LA LETTERA della preside «è riconducibile nel perimetro del mandato educativo di un dirigente scolastico che non poteva fare finta che non fosse successo niente» ha detto Giannelli. Sulla stessa anche l’Associazione Nazionale Dirigenti Scolastici, Andis: «La lettera della collega non è un “atto improprio”: è compito del dirigente scolastico indirizzare verso il pieno rispetto di quanto prevede la nostra Costituzione».

«LE PAROLE della collega Savino – scrivono in una nota i dirigenti Andis – non possono essere considerate ‘iniziative strumentali che esprimono una politicizzazione, ma parole che indirizzano tutti noi verso azioni finalizzate alla crescita educativa dei nostri ragazzi». «La preside non solo aveva il diritto ma anche il dovere di ricordare agli alunni del suo Istituto la storia, senza temere nessuna censura o chiedere preventiva autorizzazione – sottolinea Attilio Fratta, presidente nazionale di Dirigentiscuola – mi auguro che il ministro voglia chiarire il suo pensiero e che non aveva intenzione di minacciare Savino».

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