Mentre il governo mette la fiducia sul decreto Pnrr e dunque sulla patente a crediti per le imprese e senza approvare le modifiche concordate con i sindacati dalla ministra Calderone sugli appalti privati, Cgil e Uil hanno presentato la loro manifestazione di sabato mattina a Roma che arriva a pochi giorni dallo sciopero contro i morti sul lavoro.

Al centro del corteo che parità alle 10,30 da piazzale Ugo La Malfa (sopra il Circo Massimo) e arrivo nell’inedito piazzale Ostiense, ci sarà l’obiettivo «Zero morti sul lavoro», con un sistema di qualificazione delle imprese, una patente a punti e non a crediti, formazione e addestramento adeguati, piena attuazione al coordinamento permanente tra l’Ispettorato del Lavoro e le Asl.

Ma la manifestazione dal titolo «Adesso Basta» prevede una piattaforma ampia: rivendicare salute e sicurezza, diritto alla cura e sanità pubblica, riforma fiscale e tutela dei salari e delle pensioni.

Il tema principale della mobilitazione, ha spiegato Bombardieri, «sarà ancora zero morti sul lavoro fino a quando questa guerra civile non finirà. Il confronto non sta andando bene: sulla patente a crediti fatta dal governo che prevede un’autocertificazione, la mancanza coordinamento e di assunzioni. Anche il tema della sanità, ha proseguito il segretario generale Uil, «è assolutamente prioritario: se il governo dovesse fare un taglio di 3 miliardi, nel 2025 avremmo 6 mila posti in meno e 25 mila strutture saranno costrette a chiudere. La spesa sanitaria è inferiore del 6% sul 2021 tenendo conto dell’inflazione e il governo lo sa, per i dipendenti servirebbero 8 miliardi solo per recuperare la perdita di salario reale». Per quanto riguarda il fisco, poi, «ci sono stati 18 condoni da inizio legislatura».

«Quella sulla patente a punti è una presa in giro – attacca il segretario Cgil Maurizio Landini – perché per noi la patente a punti deve essere per tutti e non solo per l’edilizia, e deve essere un elemento che contrasta davvero e mette fuori mercato le imprese che non rispettano le norme e le leggi. Ma così non è, così come non è stato cancellato il subappalto a cascata, così come non è stata cancellata la logica del massimo ribasso e non è stato introdotto il diritto alla formazione e alla prevenzione, perché nessuno deve morire sul lavoro. Bisogna contestare alla radice questa logica e questa cultura. Per questo è necessario che la battaglia su salute e sicurezza sia legata a quella sull’aumento dei salari, sulla sanità, sulla riforma fiscale», conclude Landini.