Mentre la Cisl, insieme all’Ugl, oggi terrà a Napoli una iniziativa sulla sanità a cui sono invitate tutte le forze di maggioranza – Fratelli d’Italia, Forza Italia e Lega che chiuderà l’evento – dall’altra parte Cgil e Uil ieri hanno ufficializzato la loro mobilitazione contro la legge di Bilancio del governo Meloni.

Mobilitazione lunga e articolata che punta a tenere alta l’attenzione mediatica per ben cinque giornate. Si parte venerdì 17 novembre con 8 ore (o intero turno) di sciopero per tutte le lavoratrici e i lavoratori delle regioni del Centro. Nella stessa giornata sciopereranno su tutto il territorio nazionale anche le categorie del trasporto e di tutto il pubblico impiego. Lunedì 20 novembre toccherà alla Sicilia, mentre la Sardegna la seguirà di una settimana: lunedì 27. Venerdì 24 novembre, le 8 ore di sciopero riguarderanno tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori delle regioni del Nord. Infine, venerdì 1° dicembre a incrociare le braccia per 8 ore saranno lavoratrici e lavoratori delle regioni del Sud.

Le manifestazioni e i presidi, con cortei o comizi potranno essere organizzati, di comune intesa, in ogni capoluogo di provincia e regione.

«Siamo di fronte ad una manovra che non è quella che serve al nostro paese. Il governo continua a fare cassa anche sulle pensioni e su chi sta peggio. Le storie che non ci sono risorse e che aiuta quelli che stanno peggio sono balle e non c’è la volontà politica di prendere i soldi dove sono», attacca il segretario Cgil Maurizio Landini. «Falliti tutti i tentativi di dialogo, non resta che la mobilitazione per chiedere un’inversione di rotta, il governo sembra non cogliere questa emergenza: proveranno le persone in difficoltà a fargliela comprendere dalle piazze», dichiara Pierpaolo Bombardieri della Uil.

La nota congiunta di Cgil e Uil punta a «cambiare la proposta di legge di Bilancio e le politiche economiche e sociali fino ad ora messe in campo dal governo ed a sostegno delle piattaforme sindacali unitarie presentate». «Siamo coerenti, quello che interessa in questo momento è l’unità del mondo del lavoro», sottolinea Landini, sostenendo implicitamente che la Cisl ha cambiato linea.

Si ripropone così la divisione già vista nel 2021 contro la manovra del governo Draghi e l’anno scorso contro la prima del governo Meloni.

«L’obiettivo è sia di sensibilizzare l’opinione pubblica, nel modo più capillare e diffuso possibile, sulle gravi criticità della manovra sia di chiedere al governo e alle istituzioni territoriali provvedimenti, a partire da quelli in materia di lavoro (salari, contratti, precarietà) e di politiche industriali, sicurezza sul lavoro, fisco, previdenza e rivalutazione delle pensioni, istruzione e sanità, necessari a ridurre le diseguaglianze e a rilanciare la crescita», concludono Cgil e Uil.