«Volevo che ciò che facevo fosse indiscutibile, non interpretabile, qualcosa che è e basta. Così ho iniziato a interessarmi della tela con il rilievo, sensibilizzando la superficie per renderla percettibile. L’ho posta nel modo più impersonale possibile, suddividendo la tela in parti uguali con un reticolo geometrico elementare, proprio perché una imperfezione o uno spostamento da un allineamento non creasse un turbamento di questo fare impersonale». Lucido, rigoroso, seriale e ricercatore di grande coerenza concettuale, rimasto fedele a se stesso fino alla fine, Enrico Castellani (nato nel 1930 a Castelmassa, in provincia di Rovigo) se n’è andato in punta di...