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Carlo Mazzacurati, la giusta distanza

Carlo Mazzacurati, la giusta distanzada "La giusta distanza"

Libri La prima monografia completa di Carlo Mazzacurati a cura di Antonio Costa, per Marsilio

Pubblicato più di 9 anni faEdizione del 21 febbraio 2015

Quel senso di smarrimento che prendeva a volte nel vedere i film di Carlo Mazzacurati, terre di confine, pianura veneta, località balneari fuori stagione, proveniva dal suo stesso decentramento rispetto ai luoghi canonici del nostro cinema. I suoi erano i luoghi dei film oltre che della sua terra. A colmare quello spaesamento viene la prima monografia completa dedicata al regista recentemente scomparso che ha curato Antonio Costa per la collana Elementi di Marsilio (euro 12.50), con una introduzione che affronta i primi tre film e alcune importanti indicazioni critiche e affida a giovani studiosi delle università il confronto con gli altri dodici film della filmografia (con un capitolo finale dedicato ai documentari e a Ritratti). Dei suoi ventitré anni passati a Roma Mazzacurati parla come di un lungo «servizio militare» a sottolineare la sua distanza dai canoni cinematografici di questa città del cinema.
Il libro non solo ci riporta come in una ideale moviola i film del regista, ma ci fa ripercorrere gli anni di traformazione e declino del nostro paese e in particolare del nord est: quando uscivano i suoi film non si poteva immaginare cosa sarebbe successo del paese nei dieci anni successivi, ma le tracce erano già ben visibili. “Tutto comincia con Notte italiana presentato alla Settimana della critica nell’87” e già il titolo è significativo. I film successivi lasciano a volte spaesato il pubblico: come Costa mette bene in evidenza questo deriva in parte dalla sua formazione di appassionato di cinema, frequentatore di cineclub, di quella fucina animata a Padova da Piero Tortolina e dai suoi «allievi» tra musical e nouvelle vague. In un momento di grande clamore berlusconiano c’era bisogno di fare silenzio e di avere davanti un «foglio bianco». Quanti si aspettavano piccanti intrighi di provincia rimasero spiazzati dalle nebbiose atmosfere», dai primi cassintegrati in quel western-eastern che è Il Toro, dai delinquenti «mona» della Lingua del Santo, dai primi campi nomadi, da Vesna la prima immigrata dall’est, le prime rapine a Padova che una volta era la più ricca città del mondo. Un cinema che racconta l’Italia come sarebbe diventata.

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