Caccia al nemico. Lo stile paranoico arriva al potere
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Caccia al nemico. Lo stile paranoico arriva al potere

Usa/Italia Questo fine estate di complotti presunti e di oscuri assedi ai palazzi del potere suggerisce che anche nella politica italiana sia ormai chiaramente riconoscibile quello che in America chiamano lo […]

Pubblicato 26 giorni faEdizione del 15 settembre 2024

Questo fine estate di complotti presunti e di oscuri assedi ai palazzi del potere suggerisce che anche nella politica italiana sia ormai chiaramente riconoscibile quello che in America chiamano lo “stile paranoico”. Visti dagli Stati Uniti, i segni sono inequivocabili e familiari.

Questo modo di fare politica viene descritto già nel 1964, in un saggio ormai classico dello storico Richard Hofstadter. È uno “stile” che affonda le sue radici in quella fucina della modernità che fu la Rivoluzione francese. Hofstadter lo associa per lo più, ma non esclusivamente, con la politica di destra, e ne ricostruisce la persistenza nella vita politica americana, dai presunti complotti massonici, cattolici, ed ebraici fino al maccartismo e all’ossessione anticomunista degli anni Cinquanta. Quella in cui scrive Hofstadter è l’America della Guerra Fredda e dei film di fantascienza sugli ultracorpi, un paradiso della paranoia dove non ti puoi fidare neanche dei familiari e degli amici, perché potrebbero essere, in realtà, degli alieni.

Per Hofstadter la politica paranoica è un fenomeno persistente ma tutto sommato secondario, che emerge periodicamente per poi ritirarsi come un’onda con il cambiare delle condizioni sociali e politiche. Ma nell’era di Donald Trump, e dopo l’assalto al Campidoglio del 6 gennaio 2021, il suo saggio appare molto più sinistro, e lo stile paranoico sembra un’onda senza riflusso. L’analisi di Hofstadter è acuta e attuale perché non descrive un’ideologia o un movimento specifico, ma piuttosto uno stato d’animo collettivo e un modus operandi – uno stile, appunto – caratterizzato da una sospettosità pervasiva e da fantasie cospiratoriali che da occasionali diventano totalizzanti. La politica paranoica è apocalittica: sempre sulle barricate a difendere una cultura, una civiltà, un sistema di valori dalla distruzione completa, e non ci sono compromessi possibili con le forze oscure che tramano contro. Per il politico paranoico siamo sempre allo scontro finale, e in bilico sull’abisso. La cospirazione non è un episodio ma il paradigma con cui si interpreta la realtà.

Quello di Hofstadter è uno studio storico ma anche un campanello d’allarme. È convinto che lo stile paranoico in politica sia un pericolo per la democrazia perché porta al centro della vita politica le emozioni – la paura, in particolare – invece che il discorso razionale e la mediazione tra i legittimi interessi dei gruppi sociali. Ma quello che descrive è ancora un mondo in cui lo stile paranoico è adottato per lo più da figure marginali o da politici perdenti, come il repubblicano Barry Goldwater, che viene sconfitto da Lyndon Johnson nelle elezioni presidenziali del 1964.

Oggi invece, negli Stati Uniti e non solo, lo stile paranoico è diventato mainstream. E se a praticare lo stile paranoico è chi detiene le leve del potere, le cose cambiano molto. Le fantasie cospirative non sono più solo bizzarre proiezioni di paure e insicurezze, ma diventano uno strumento politico per delegittimare l’opposizione e giustificare l’attacco ai presunti nemici del popolo.

Un elemento essenziale dello stile paranoico in politica è il timore dell’infiltrazione. Il senatore McCarthy scrisse un libro intero per dimostrare che il segretario di stato George Marshall – quello del piano Marshall, tanto per capirci – era una spia sovietica che tramava contro gli interessi americani. Finita la Guerra Fredda, e venuto a mancare l’arcinemico sovietico, ritornano in auge i nemici di sempre: immigrati, ebrei, omosessuali, liberals, e, con crescente frequenza, musulmani. La teoria che Barack Obama fosse segretamente un musulmano segna un’ovvia continuità con le accuse maccartiste di cripto-comunismo.

Per quanto sembrino distanti dalla cupa paranoia politica americana e dalle sue tragiche conseguenze, le vicende buffonesche delle tarde cronache estive italiane hanno innescato meccanismi di difesa, da parte della maggioranza, che riprendono in pieno gli stilemi della politica paranoica. E lo spettacolo di un governo asserragliato, impegnato a denunciare una sequenza strabiliante di complotti immaginari, non dissipa certo le perplessità.

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