Bruno Giordano: «Gli operai pagano con la vita i risparmi sulla sicurezza»
Il magistrato di Cassazione Bruno Giordano
Lavoro

Bruno Giordano: «Gli operai pagano con la vita i risparmi sulla sicurezza»

Intervista Dopo la strage dei lavoratori a Firenze. Parla Bruno Giordano, magistrato di cassazione, già direttore dell'Ispettorato del lavoro: "La riforma del codice degli appalti voluta dal governo Meloni ha influito moltissimo perché ha liberalizzato i subappalti". La pratica elusiva di chi adotta nei cantieri contratti diversi dall'edilizia e il problema dei «sindacati pirata
Pubblicato 9 mesi faEdizione del 17 febbraio 2024

Bruno Giordano è un magistrato di lunga esperienza, oggi lavora alla Corte di Cassazione. Ha insegnato diritto della sicurezza del lavoro all’università di Milano. Fino a un anno fa ha ricoperto la carica di direttore dell’Ispettorato nazionale del lavoro. Non ha mai smesso di analizzare, denunciare e attirare l’attenzione sulla mancata sicurezza che provoca le morti sul lavoro nel nostro paese.

Dottor Giordano, i tre lavoratori morti già accertati nel crollo di Firenze lavoravano in subappalto per un’azienda. Cosa comporta questa modalità di lavoro per la sicurezza?
Dove c’è un appalto e soprattutto molti subappalti la sicurezza viene frammentata tra varie aziende che necessitano di un coordinamento. Purtroppo in assenza di controlli, questo sistema diventa un modo per scaricare i costi dell’opera e della sicurezza sulla pelle dei lavoratori. È sulla loro vita che si risparmia.

Che cosa si intende per «subappalto a cascata» e cosa comporta per la sicurezza dei lavoratori?
Vuol dire che si possono fare molti subappalti, e subappalti dei subappalti. Ciò implica una distribuzione in tante piccole imprese dell’esecuzione di un’opera. Di solito si pensa che una grande opera sia svolta da una grande impresa. Invece, in questo sistema, una grande opera è suddivisa tra una moltitudine di tante piccole imprese. Subappalto può significare tanti grandi lavori svolti da piccole imprese. Gran parte degli infortuni si verificano in questo tipo di imprese.

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Come si spiega il fatto che tre lavoratori deceduti ieri a Firenze fossero stati inquadrati con il contratto dei metalmeccanici e non con uno più conforme al lavoro edile?
Purtroppo è molto diffusa la pratica di adottare contratti diversi dall’edilizia nei cantieri edili. Questo accade a causa di varie strategie datoriali tese ad evitare il rigore e la disciplina che viene dal contratto nazionale dell’edilizia. Quest’ultimo è invece efficace e realizza molte tutele sulla sicurezza. Si tratta di una forma di elusione sostanziale. A questo bisogna aggiungere anche il fenomeno dei contratti pirata e dei sindacati pirata. Sono contratti fatti da associazione che non hanno rappresentatività sociale. Servono a simulare una rappresentanza sindacale che non c’è. Si siglano contratti di comodo. Si stanno moltiplicando e svuotano la tutela sindacale dei lavoratori.

Quanto ha influito la riforma del codice degli appalti voluta da questo governo e dal ministro Salvini?
Moltissimo. Perché ha liberalizzato i subappalti e quindi li ha resi tendenzialmente infiniti, soprattutto nei cantieri delle grandi opere. Questo aveva già allarmato noi giuristi. Personalmente ho detto che questo avrebbe fatto aumentare il numero degli infortuni come si sta verificando ogni giorno.

Rispondendo al segretario della Cgil Maurizio Landini ieri la Lega ha sostenuto che è stata l’Unione Europea a volere la riforma del codice degli appalti. È così?
Io non so chi lo abbia chiesto al ministro Salvini, di certo l’Unione Europea non ci ha chiesto di ammazzare gli operai. Il fatto di volere fare una linea di subappalto non vuole dire fare evaporare le norme sulla sicurezza.

In Italia l’anno scorso ci sono stati oltre mille morti per il lavoro, quest’anno già 145. Sono stati diversi gli interventi fatti dagli ultimi governi sulla sicurezza. Con quali risultati?
Il governo Draghi è riuscito a fare assumere oltre duemila ispettori del lavoro, ad ampliare le tutele e ha permesso di rendere effettiva la sospensione dell’attività dell’impresa che ha realizzato gravi violazioni. Grazie al decreto del 2021 queste attività possono essere chiuse e interrotte fino a quando l’impresa non si rimette a norma. Si è trattato di una politica che ha avuto risultati effettivi. Dopo non si è più registrata alcuna iniziativa. Ci sono state solo parole.

Si riferisce al governo Meloni?
Si.

Diversi sindacati chiedono l’introduzione del reato di omicidio sul lavoro. Cosa ne pensa?
Non abbiamo bisogno di un nuovo reato, ma di applicare i reati che già abbiamo. Per farlo è necessaria la procura nazionale del lavoro che organizzi e coordini le indagini affinché siano specialistiche, competenti e più veloci.

Qual è la situazione dell’ispettorato del lavoro?
L’ispettorato ha l’obbligo di coordinarsi con Asl, Inail e Inps. Deve essere capace di manifestare autonomia e indipendenza dal potere politico e dal ministero del lavoro. Oggi ha le forze per fare un ottima prevenzione ma occorre che abbia la volontà di farlo.

E oggi c’è questa volontà?
No comment.

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