BredaMenarini, è il giorno della verità Al Mimit il governo deve fermare Seri
Crisi Infinite Ennesimo tavolo Iia al ministero. Il 2 agosto la nuova proprietà aveva annunciato la chiusura della fabbrica bolognese
Crisi Infinite Ennesimo tavolo Iia al ministero. Il 2 agosto la nuova proprietà aveva annunciato la chiusura della fabbrica bolognese
Passata la tregua agostana, si decide oggi a Roma il futuro della gloriosa BredaMenarini di Bologna. E tutti i lavoratori di Industria Italiana Autobus – compresi i 370 dell’ex Irisbus di Flumeri (Avellino) – saranno in sciopero e in presidio sotto al ministero. Mentre a Bologna, ai cancelli della storica fabbrica, ci saranno sia la segretaria del Pd Elly Schlein che il sindaco Matteo Lepore a portare solidarietà ai lavoratori, dopo il loro impegno per la risoluzione della lunga vertenza.
Tutto successe in poche ore il due agosto. Mentre Bologna ricordava la strage fascista alla stazione, la nuova e chiacchierata proprietà di Iia – il gruppo Seri – mandava una pec ai sindacati comunicando «la procedura di trasferimento collettivo» di 77 lavoratori da Bologna a Flumeri sui 159 totali della fabbrica di via San Donato, prodromo della chiusura definitiva.
La protesta immediata dei lavoratori contro il «trasferimento coatto» portò nel pomeriggio all’immediato congelamento della procedura. Ma il tavolo convocato al ministero oggi pomeriggio mostrerà la reale volontà della nuova proprietà.
«È il giorno della verità: il ministero terrà fede all’impegno assunto di garantire lo sviluppo e la continuità occupazione su entrambi gli stabilimenti? Il Gruppo Seri ci presenterà finalmente il piano industriale con cui Invitalia e Leonardo (azioniste pubbliche ora di minoranza, ndr) sono state convinte a vendere le proprie quote per assicurare un piano di rilancio ad un asset strategico e fondamentale per il nostro paese? Dall’assemblea delle lavoratrici e dei lavoratori di Iia nessun segnale di resa: siamo pronti a mettere in campo tutte le iniziative necessarie per salvare lo stabilimento», sottolineano Fim, Fiom e Uilm.
Due pullman partiranno da Bologna verso Roma per partecipare al presidio sotto la sede del Mimit convocato da tutte le organizzazioni sindacali di Bologna e Flumeri «per dire con chiarezza al governo che la produzione di mezzi per il trasporto pubblico è un comparto strategico e che entrambi gli stabilimenti devono rimanere attivi e produttivi – prosegue la nota unitaria – . Contemporaneamente alla partenza dei pullman, alle 7 e 30 ai cancelli di Iia di Bologna, saremo in Presidio con tutte le lavoratrici e i lavoratori in sciopero per far capire all’azienda che non accetteremo la chiusura dello stabilimento di Bologna», concludono i sindacati.
«Al tavolo ci aspettiamo il ritiro definitivo della procedura di trasferimento – attacca il segretario nazionale della Fiom Samuele Lodi – e la presentazione di un vero piano industriale che confermi la produzione a Bologna. Noi abbiamo denunciato per tempo il comportamento del governo che non ha voluto nemmeno ascoltare la cordata bolognese e tutte le voci fondate sul fatto che la nuova proprietà del gruppo Seri non sia la scelta migliore. Ora riconosciamo la proprietà ma sappiamo che il governo e le quote pubbliche possono imporre il mantenimento dei livelli occupazionali e un piano industriale serio che consenta una produzione che, come in tutta Europa, permetta all’Italia di avere un player importante in un settore in espansione», conclude Lodi.
Nonostante i due scioperi con adesione totale e l’interrogazione parlamentare direttamente della segretaria del Partito democratico Elly Schlein, il ministro Adolfo Urso – che oggi non sarà al tavolo, sostituito dalla sottosegretaria Fausta Bergamotto – aveva deciso di infischiarsene di una cordata alternativa “bolognese” e di vendere Industria Italiana Autobus (Iia) al traballante e digiuno dalla produzione di autobus gruppo Seri, che produce solo batterie e materiale elettrico e che nell’Avellinese – proprio vicino allo stabilimento Iia (ex Irisbus) di Flumeri – ha già collezionato un fallimento da riconversione industriale e più di una sentenza negativa.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento