In Libano attacchi sugli aiuti e i palazzi Netanyahu: «Colpiremo ovunque»
Libano Il premier israeliano minaccia il paese. Domenica nuova aggressione a Unifil, mentre Hezbollah colpiva una base con un drone-kamikaze. Quella che doveva essere un'offensiva veloce, si sta trasformando in una difficile invasione
Libano Il premier israeliano minaccia il paese. Domenica nuova aggressione a Unifil, mentre Hezbollah colpiva una base con un drone-kamikaze. Quella che doveva essere un'offensiva veloce, si sta trasformando in una difficile invasione
Sono almeno 21 i morti e otto i feriti nel bombardamento israeliano di ieri su Aito, nord del Libano. L’obiettivo, una palazzina in cui vivevano una trentina di persone, tutte sfollate dal sud. È la prima volta che la città e la regione vengono colpite. Il ministero della salute libanese ha fornito i dati aggiornati: oltre 2.300 morti e 11mila feriti in Libano dall’inizio del conflitto un anno fa. Almeno un centinaio i medici, paramedici e soccorritori uccisi.
I bombardamenti ieri sono stati intensi a sud e nella valle della Beka’a, a est. «Un bombardamento israeliano si è abbattuto molto vicino a un convoglio di aiuti umanitari che stava passando nel villaggio di El-Ain», riporta il governatore della regione Baalbek-Hermel, al confine con la Siria. Il conducente è rimasto ferito.
Israele aveva colpito una fabbrica di pannelli solari poco distante dalla strada dove tre camion di aiuti forniti dal governo libanese stavano passando per raggiungere Ras Baalbek. L’esercito israeliano, da parte sua, ha detto ieri di aver ucciso il comandante dell’unità anticarri della forza di élite Al-Radwane di Hezbollah, Kamal Naim.
ANCHE IL PARTITO DI DIO moltiplica gli attacchi contro Israele. Domenica ne ha rivendicati 38, il numero più alto dall’inizio della guerra. Quattro i soldati israeliani uccisi e una sessantina i feriti domenica in un attacco a una base militare a sud di Haifa. Ieri pomeriggio Hezbollah ha rivendicato almeno altri cinque attacchi a postazioni militari nel nord di Israele.
Ha inoltre aggiunto di aver lanciato «missili guidati» a tre carri armati israeliani Merkava che avanzavano in direzione di Aita al-Chaab, in Libano, «infliggendo perdite» e ferendo gli occupanti. In tutto il paese, inclusa Tel Aviv, ha annunciato l’esercito israeliano ieri pomeriggio su X, milioni di israeliani sono corsi nei rifugi dopo che il suono delle sirene. Doveva essere una rapida offensiva di terra, si sta trasformando in un’invasione tutt’altro che semplice: Hezbollah risponde sul campo e limita Israele a brevi incursioni.
Altro «incidente» domenica lungo la Linea Blu, zona presieduta dalla missione Unifil. In un comunicato la missione ha detto che due carri armati israeliani hanno «distrutto l’entrata principale di una postazione e sono entrati con la forza». Appena ripartiti i carri, alcuni proiettili sono stati esplosi a un centinaio di metri, rilasciando fumo tossico, che ha costretto 15 soldati Unifil a ricorrere alle cure mediche, nonostante le maschere antigas.
La versione israeliana arriva da Nadav Shoshani, portavoce internazionale dell’esercito: «Non si è trattato di un assalto a una base. Il carro armato faceva marcia indietro per mettersi fuori pericolo». Il fumo, dice, sarebbe servito a coprire la ritirata.
Eppure poco prima Netanyahu si era rivolto al segretario generale dell’Onu Guterres («persona non gradita in Israele»): gli ordinava di evacuare la missione. «È giunto il momento per voi di ritirare Unifil dalle zone controllate da Hezbollah e da quelle di guerra. (L’esercito) lo ha più volte richiesto e ha avuto continui rifiuti, che hanno l’effetto di fornire a Hezbollah degli scudi umani».
ITALIA, FRANCIA, Germania e Gran Bretagna hanno rilasciato ieri una nota congiunta in cui manifestano «profonda preoccupazione per i recenti attacchi da parte dell’esercito israeliano alle basi Unifil, che hanno ferito diversi peacekeeper. Questi attacchi devono cessare immediatamente. Qualsiasi attacco deliberato viola il diritto umanitario internazionale e la risoluzione 1701 del Consiglio di Sicurezza».
Gli Usa invece parlano solo ai propri cittadini, incoraggiandoli «vivamente a partire immediatamente» dal Libano, si legge nel comunicato pubblicato ieri dall’ambasciata.
Calma relativa a Beirut, dopo i pesanti bombardamenti in centro città nei quartieri di Basta e Ras l-Naba’a di venerdì, fuori dall’ormai famosa Dahieh, a Beirut sud. Netanyahu ha però pubblicato ieri un video in cui afferma che Israele continuerà con i bombardamenti anche sulla capitale. «Ci tengo a essere chiaro: continueremo a colpire Hezbollah senza pietà in ogni parte del Libano, inclusa Beirut».
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