L’ultimo bollettino della Banca centrale europea prima della ripresa di settembre conferma i target su inflazione e crescita. Ma denuncia il ritardo di Spagna e Italia sui consumi con effetti sull’inflazione (1,5% contro il 2 del continente). Un ritardo che nel nostro paese è legato
a quello dei redditi da lavoro dipendente che, sempre in Italia e Spagna, sono rimasti «significativamente inferiori rispetto a prima della crisi», con l’aggravante di una elevata insicurezza dei percettori di redditi da lavoro poco qualificato. Pesano gli effetti della «moderazione salariale indotta dalla crisi e della disoccupazione rimasta su livelli elevati». Impatta su questo anche l’effetto-ricchezza che in Italia è da sempre legato alla casa. Se in Spagna la ricchezza immobiliare è precipitata del 30% durante la crisi, in Italia invece «è diminuita gradualmente» con un trend che continua tuttora, unito al calo dei «redditi da interesse»: risparmi e buoni del tesoro.