Quella che palpita è l’emozione di musicisti e pubblico, di nuovo insieme ma dal vivo dopo i lunghi mesi del look-down. La rassegna Casa del Jazz Reloaded (1 luglio – 9 agosto,e altri successivi recital) è l’occasione che sta permettendo al jazz – in condizioni di assoluta sicurezza, nell’ampio parco della Villa Osio – di riaffacciarsi nella capitale, peraltro nel segno del cinema e con due ottimi concerti (Enrico Pieranunzi «Fellini in Jazz» e Francesco Bearzatti Tinissima Quartet, 5 e 8 luglio) a cavallo della morte di Ennio Morricone. Al «maestro», appena scomparso, il sassofonista-compositore friulano e i suoi eccellenti sidemen (Giovanni Falzone, tromba; Danilo Gallo, basso; Zeno De Rossi, batteria) hanno dedicato il bis, il leit-motif di Metti, una sera a cena (1969, regia di Patroni Griffi) suonato a due voci e poi cantato da musicisti e pubblico. Il Tinissima Quartet a fine febbraio aveva concluso di registrare il nuovo album (Cam) dedicato alla figura ribelle di Zorro, ma l’uscita è stata rinviata a settembre. Sul palco della Casa del Jazz il gruppo ha ri-suonato per la prima volta le musiche che ritraggono – dopo Tina Modotti, Malcolm X e Woody Guthrie – un personaggio immaginario ma nella dimensione letteraria di Isabel Allende nel suo Zorro, l’inizio della leggenda (2005), eroe meticcio con origini indie.

TRA FICTION e anticolonialismo, feste tex-mex e prese di coscienza si muove la suite di Bearzatti, fortemente caratterizzata dal suono tra basso e chitarra di Gallo e dalle esplosioni inventive di Falzone. Pieranunzi ha ripreso un bel progetto discografico del 2003 (Fellini Jazz, Cam) realizzato allora con artisti internazionali e proposto a Roma – con arrangiamenti rivisti e alcuni nuovi – da un quintetto all-stars: Fabrizio Bosso (tromba), Rosario Giuliani (sax alto e soprano), Luca Bulgarelli (contrabbasso) e Mauro Beggio (batteria).

IN MODO non cronologico, introducendo i brani con ironia, il pianista romano ha mostrato quanta «sostanza sonora» ci fosse nella musica di Nino Rota scritta per le pellicole di Fellini (c’è spazio anche per il Luis Bacalov de La città delle donne), da I vitelloni sino ad Amarcord. I suoi arrangiamenti conservano intatta la poesia e la potenza iconico-evocativa delle musiche originali pur mutandone alcuni elementi e aprendo spazi alla fantasia improvvisativa dei solisti (sorprendenti le «code» dei brani). In più Pieranunzi scrive a tema magnificamente e i suoi Fellini’s Waltz e Cabiria’s Dream ne sono la vivida, fantasiosa prova.
Ennio Morricone sarebbe morto il giorno dopo e alla sua musica Enrico Pieranunzi – che aveva spesso collaborato con il «maestro» – dedicò fin dal 2001-02 i due album Play Morricone (Cam), in trio con Marc Johnson e Joey Baron.