Visioni

Balanchine e Robbins, trittico d’incanto in scena alla Scala

Balanchine e Robbins, trittico d’incanto in scena alla ScalaScena da «The concert» – foto di Brescia & Amisano/La Scala

A teatro I due giganti della coreografia nell’America del ’900 protagonisti dell’ultimo titolo della stagione

Pubblicato circa un'ora faEdizione del 16 novembre 2024

George Balanchine e Jerome Robbins, due giganti della coreografia nell’America del Novecento, co-direttori negli anni del New York City Ballet. Un repertorio che ha fatto storia. Se ne parla perché fino a mercoledì sono protagonisti dell’ultimo titolo della stagione 2023/2024 di balletto del Teatro alla Scala: Trittico Balanchine Robbins. Il programma è di pregio: se il pezzo d’apertura è quella meraviglia di armonia che è Theme and variations di Balanchine, ideato nel 1947 sulla parte finale della Suite n. 3 op. 55 di Čajkovskij e già allestito in passato nel teatro milanese, i due titoli che seguono, Dances at a Gathering e The Concert, entrambi di Robbins e su musica di Chopin, sono al loro debutto scaligero.

RIPORTANO in scena un maestro non così frequente nelle stagioni del teatro, se pur suoi pezzi si sono visti al Piermarini dal 1953 a partire dalla sua versione de L’Après-midi d’un faune (in quell’occasione alla Scala con il New York City Ballet) seguito da Les Noces e dal tormentato The Cage, ripreso l’ultima volta dai ballerini scaligeri nel 2006.
Nato nella Grande Mela, il Premio Oscar Jerome Robbins è autore di titoli cult tra teatro, cinema e musical, uno per tutti West Side Story. Balanchine, una carriera partita dal Teatro Mariinskij di San Pietroburgo, sbocciata in Europa con Les Ballets Russes di Diaghilev e approdata a New York nel 1934, è il padre del balletto americano e neoclassico in rapporto magistrale con la musica.

Il rapporto magistrale con la musica e un repertorio che ha fatto storia

Con Theme and variations Balanchine omaggia Cajkovskij e la grande tradizione del balletto di cui è figlio, l’allure del repertorio Imperiale tardo-ottocentesco di Marius Petipa, la radiosità della figura femminile di balletti come La Bella Addormentata, svecchiata però da fronzoli e trama: tecnica pura governata dalla simmetria. In scena, nella replica vista, la prima ballerina Alice Mariani con il solista Mattia Semperboni, svettanti nell’umore e nell’esecuzione, accompagnati da quattro soliste e quattro solisti per un totale di dodici ballerine e di altrettanti ballerini. Un pezzo declinato su dodici variazioni tra pizzicati, scherzi, un fugato, momenti lirici e brillanti, una smagliante polacca. Dirige l’Orchestra del teatro Fayçal Karoui.

«Theme and Variations», foto di Brescia & Amisano/La Scala

Dances at the Gathering, del 1969, è per dieci ballerini che, tra mazurche, valzer, studi e un notturno, scivolano con sopraffina leggerezza dentro la musica pianistica di Chopin eseguita con brillantezza da Leonardo Pierdomenico. Danze nate per il New York City Ballet, in cui Robbins si divertì a giocare di stile punteggiando il vocabolario classico di passi folkloristici, di mood rubati al musical, di sottili caratterizzazioni. Apre il primo ballerino Claudio Coviello, regalando al pubblico, come è da lui, la bellezza del legato e sospensioni a contrasto con il dinamismo ritmico degli accenti.

IL PEZZO prosegue con un florilegio di intrecci ballati con pertinenti sfumature. Brilla per comunicatività il primo ballerino Timofej Andrijashenko, accompagnato dal solista Christian Fagetti e da Darius Gramada; complicità tutta femminile nei passi ideati sulle danzatrici, alla Scala l’étoile Nicoletta Manni, le prime ballerine Alice Mariani e Martina Arduino, la solista Linda Giubelli, e Asia Matteazzi, giovanissima e all’altezza di un ruolo di naturale freschezza. Chiude The Concert del 1956, pantomimico «divertissement» di teatro nel teatro con, questa volta in palcoscenico, il pianista Leonardo Pierdomenico, personaggio al pari dei danzatori che assistono, buffi, all’esibizione.
C’è la sognante ballerina, nella sinuosa interpretazione della solista Caterina Bianchi, la moglie pedante di Marta Gerani, il marito farfallone attratto dalla bella sognatrice del primo ballerino Marco Agostino e tanti altri bizzarri finti spettatori. Un pezzo all’insegna della comicità che, con Dances at the Gathering, è gustabile anche on demand fino a martedì sulla piattaforma tv del teatro.

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