Visioni

Attenti a Mel Brooks, un tuffo nell’umorismo yiddish

Mel Brooks, 2006Mel Brooks, 2006 – foto Ansa

Fumetti In due corposi volumi realizzati da Isabella Di Leo la carriera del regista e sceneggiatore americano

Pubblicato 7 mesi faEdizione del 14 aprile 2024

Da sempre amatissimi sugli schermi, oggi i mattatori della comicità spopolano anche in libreria. Nell’era del romanzo grafico, parte di questo successo spetta ai protagonisti della nona arte: tra il «Chaplin» dei transalpini Seksik e François e in attesa dell’imminente secondo tempo del «Totò» di Fabio Celoni, vale la pena di fare un tuffo nell’umorismo Yiddish con i due volumi realizzati da Isabella Di Leo su Mel Brooks e il suo mondo. Numeri di tutto rispetto, quelle di Si può fare! Nascita di un sodalizio mostruoso e È bello essere il re!: quattro anni di lavoro, dall’estate 2019 all’autunno 2023, per 576 pagine sullo sceneggiatore e regista di Frankenstein Junior e i suoi compagni d’avventura, Gene Wilder, Sid Caesar & C.

UN’EPOPEA sorridente e piena di ritmo quasi musicale che omaggia in maniera personale e convincente i modelli messi in fila da Di Leo, dal compianto Akira Toriyama di “Dragon Ball”, passando per il Kota Hirano di Hellsing fino al co-creatore de Le avventure di Batman Bruce Timm. Ma allo stesso tempo, un «dietro le quinte» articolato e ben documentato, come ricorda l’autrice unica classe 1988. «Le fondamenta del lavoro sono state la biografia di Mel Brooks Funny Man di Patrick McGilligan e l’autobiografia di Sid Caesar Where Have I Been? Dopo di che, ore e ore di filmati su YouTube, articoli di giornale, dvd e chat su forum di appassionati di tv Anni ’50». Tutto per raccontare la scalata allo showbiz di Mel Brooks and friends nel periodo che va dal vaudeville, ai primi vagiti della comicità televisiva, fino alla consacrazione sul grande schermo. «Sono momenti molto distinti, eppure strettamente collegati», sottolinea l’autrice.

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Isabella Di Leo

«I Fifties sono stati l’epoca d’oro della televisione, mentre i Seventies sono stati l’epoca d’oro per tutti quei comici che proprio in televisione avevano fatto la gavetta, tra cui appunto Brooks». Tutto comincia dal programma che anticipa di un buon quarto di secolo le mattane di Saturday Night Live, ovvero Your Show of Shows, in programma sulla Nbc dal 25 febbraio 1950 al 5 giugno 1954. Quasi sconosciuta al di fuori degli States, la trasmissione è però una formidabile palestra per tanti grandi nomi dello spettacolo prossimo venturo. Tra gli interpreti, oltre a Caesar, la “Chaplin in gonnella” Imogene Coca e il futuro regista dello storico “Il mistero del cadavere scomparso Carl Reiner. La squadra degli autori annovera pesi massimi come il commediografo Neil Simon e l’autore di Zorba il greco Joseph Stein, con uno sbarbato Woody Allen come stagista.

Un’epopea piena di ritmo, dai vaudeville e la tv fino al grande schermo

IL RISULTATO sono decine di sketch pirotecnici che trasformano il programma in un vero e proprio fenomeno di costume. Ma dietro le quinte, non tutto va rose e fiori: i workaholics della risata Mel & Sid devono vedersela con i propri demoni, tra crisi coniugali, alcoolismo e misoginia… spine che Di Leo ha affrontato a viso aperto. Senza rinunciare a uno sguardo complice nei confronti di Lucille Kallen, unica donna nella Writers’ Room del programma. «Lucille era la terza sceneggiatrice del team originale di Your Show of Shows, purtroppo non ho potuto dedicarle tutto lo spazio che si sarebbe meritata ma essere la sola persona di sesso femminile in un mondo fatto di uomini parecchio maschilisti e molto rudi non deve essere stato facile». Continua l’autrice e disegnatrice: «Il ruolo di una autrice tv degli Anni ’50 non era certo semplice. Ma Kallen aveva un talento strepitoso e forniva un punto di vista molto personale agli sketch, così da renderli tutt’altro che stereotipati e scontati. In più, in un ambiente in cui tutti fumavano pare fosse allergica a sigari e sigarette. Ci voleva una forza d’animo incredibile per resistere in quel contesto». Un’avventura umana che per Di Leo sembra avere qualche punto di contatto con quella vissuta in prima persona nella realizzazione del suo dittico. «Secondo il test del Dna che ho fatto l’anno scorso ho una piccolissima percentuale di sangue ebraico aschenazita… scherzi a parte, dell’umorismo Yiddish amo soprattutto l’autoironia e il suo essere molto dark, due elementi che sento molto affini al mio modo di sorridere».

Se Gene Wilder usa il set come rifugio dalle infelicità della vita, Mel Brooks sfutta il talento nell’uso dell’ironia per sconfiggere i suoi tormenti interiori
Ancora: «Se il tema principale del mio fumetto d’esordio Triplo Guaio era la creatività come terapia nel mio percorso contro un tumore, qualcosa di simile si può vedere anche in Sì può fare!, dove Gene Wilder usa il set come rifugio dalle infelicità della vita, e in È bello essere il re! invece Mel Brooks sfrutta il suo talento nell’uso dell’ironia per sconfiggere i suoi tormenti interiori».

NON MANCA un appunto sulla condizione femminile in un ambiente come quello del fumetto attuale: «È ancora un mondo prevalentemente maschile. Ma devo dire che negli ultimi anni, per fortuna, molte donne stanno facendo sentire forte e chiara la loro voce sia attraverso i loro lavori che da un punto di vista squisitamente dialettico. La differenza sostanziale tra il mondo della tv d’epoca e questo del fumetto è che in quello della televisione, se ti spaccavi la schiena 60 ore alla settimana, c’era almeno un bel guadagno economico». Un privilegio che nel fumetto attuale sembra riservato a pochissimi privilegiati. Resta però la soddisfazione di un lavoro ben fatto, che Isabella Di Leo non ha esitato a condividere con Mel Brooks himself. «Gli ho spedito una copia di Si può fare!, e anche se non ho ancora provveduto a mandargli una copia di È bello essere il re!, qualche settimana fa sono riuscita a incontrare il suo amico di lunga data Ezio Greggio sul set di un celebre programma comico e a consegnargliene una copia. Lui sembra aver apprezzato, abbastanza da dirmi “Questo lo spedisco a Mel!”, non so se poi lo ha fatto ma il suo entusiasmo mi ha fatto davvero felice». Prossima fermata, forse, altri comici: «Ho sul comodino la biografia Mr. Laurel & Mr. Hardy”di John McCabe… Ho sempre adorato quel duo meraviglioso e li sto studiando un po’». Si fa per ridere, eh. Ma mica poi tanto.

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