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Attacco a Greco: una polemica da mummie

Attacco a Greco: una polemica da mummie

Dopo FdI anche la Lega contro il direttore del Museo egizio. Il vicesegretario Crippa: «Sangiuliano lo cacci». Solidarietà dalle opposizioni. Nel mirino la campagna del 2017 2 ingressi al costo di 1 per i cittadini di lingua araba

Pubblicato circa un anno faEdizione del 22 settembre 2023

Nella gretta polemica politica contro il direttore del Museo Egizio di Torino, Christian Greco, di cui è riconosciuto unanimemente il valore internazionale, aggiunge il suo carico da novanta il vicesegretario della Lega Andrea Crippa. «Faccia un gesto di dignità e si dimetta. Faremo di tutto per cacciarlo e chiediamo al ministro della Cultura Sangiuliano di cacciarlo se non si dimette lui», dice l’esponente del Carroccio.


IL PECCATO ORIGINALE resta la campagna promozionale, che il Museo mise in piedi nel 2016 e poi rinnovò fino al 2018, dal titolo «Fortunato chi parla arabo», che invitava i cittadini di lingua araba, con due ingressi al costo di uno, ad andare a conoscere la ricchezza dello spazio museale torinese, il più importante al mondo dopo quello del Cairo. Un’iniziativa per favorire l’inclusione e il dialogo interculturale. Non andò giù, però, a Fratelli d’Italia, tanto che la sua leader Giorgia Meloni arrivò a battibeccare animatamente davanti alla sede del Museo con il direttore Greco, accusato di essere «razzista nei confronti degli italiani». Con tanto di promessa e nota ufficiale di FdI: «Con noi al governo non sarà più direttore». Nonostante, sempre meglio specificarlo, la nomina e la revoca del direttore spetti al cda della fondazione che sovraintende il Museo e chi gli ha appena rinnovato la fiducia.

La miccia è stata riaccesa qualche giorno fa da un’intervista all’assessore regionale Maurizio Marrone (FdI), che nella giunta di Cirio rappresenta le posizioni più radicalmente di destra: «Non confermerei Greco», ha detto al dorso torinese del Corriere della Sera, sostenendo che «esistano figure potenzialmente più qualificate, che sono state penalizzate non dico per la direzione, ma addirittura per un posto nel cda del Museo».

Memori della promessa fatta da Meloni nel 2018, la polemica è diventata presto nazionale. E, ieri, è stata rinfocolata dalla Lega. Crippa ad Affaritaliani.it ha precisato: «Qualche anno fa, Greco decise uno sconto solo per i cittadini musulmani e io chiesi ai cittadini di protestare inondando il centralino di telefonate. Lui mi denunciò, fui condannato in primo grado e assolto in secondo, vincendo la causa. È un direttore di sinistra che ha gestito il Museo Egizio di Torino in modo ideologico e razzista contro gli italiani e i cittadini di religione cristiana. Il Museo Egizio di Torino viene pagato dai cittadini e lui ascolta solo la sinistra. Si dimetta subito farebbe più bella figura».

UN ATTACCO SENZA PARI. A difendere il direttore Greco arrivano molti esponenti della politica, l’opposizione al gran completo e, nella maggioranza, il sottosegretario Vittorio Sgarbi, che oltre a spiegare che la nomina non spetti al Ministero della Cultura, sottolinea: «Il direttore Greco va benissimo. È bravo ed è indiscutibile». Silenzio di Meloni e Sangiuliano. La segretaria del Pd Elly Schlein, intanto, attacca: «Greco dirige il Museo Egizio con grande professionalità e competenza, portando risultati concreti. Da settimane è sotto l’attacco delle destre per un’unica ragione, non essere, secondo loro, allineato alle posizioni del governo. È un fatto grave nel merito e nella sostanza, e tradisce la mania di controllo che ha Giorgia Meloni. Lo abbiamo visto con l’occupazione della Rai, con Inps e Inail, con il centro sperimentale di cinematografia. È una concezione proprietaria delle istituzioni e della cultura che non possiamo accettare». Il direttore Greco, in un’intervista a La Repubblica, si rivolge alla premier: «Ho un sogno nel cassetto. Mi piacerebbe ricevere anche solo per pochi minuti la presidente del Consiglio qui, senza telecamere, né giornalisti. E raccontarle che cosa facciamo e perché la nostra istituzione può essere importante per aprire un dialogo».

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DI «VENDETTA DI MELONI» parla esplicitamente il segretario di + Europa Riccardo Magi. Nicola Fratoianni, Sinistra italiana, invita la Lega «a tornare nelle caverne» e aggiunge: «Rispettino il mondo della cultura, il pluralismo e le istituzioni». E da Torino, l’assessore al Welfare Jacopo Rosatelli sottolinea: «I nemici di Christian Greco sono nemici di Torino, il direttore ha dato nuovo lustro a una delle istituzioni culturali più importanti della città con evidenti ricadute positive anche economiche sul nostro territorio. Volerlo allontanare significa voler colpire i cittadini e le cittadine di Torino. Greco ha realizzato un’idea di museo aperto alla cittadinanza, sensibile ai temi della solidarietà e inclusione, venendo universalmente apprezzato. Colpendolo, si colpisce la cultura come strumento di uguaglianza e di emancipazione popolare».

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