A quasi due anni dagli esordi del progetto, l’Archivio storico fotografico digitale del Museo Egizio di Torino si arricchisce di una parte delle collezioni fotografiche dell’Archivio di Stato di Torino, del Museo di antropologia ed etnografia dell’Università di Torino e del Centro di egittologia Francesco Ballerini di Como.
L’acquisizione di un migliaio di scatti di inizi Novecento che documentano l’attività di scavo archeologico del Museo in Egitto ha l’obiettivo di sistematizzare e raccogliere in un unico spazio online accessibile gratuitamente tutti i documenti storici e i materiali fotografici che riguardano il Museo Egizio, che si appresta a celebrare il bicentenario della nascita (1824-2024).

LA NOTIZIA di ieri doveva essere questa ma mentre il direttore del Museo Egizio Christian Greco dichiarava che «grazie alla ricerca di archivio si riesce a ricomporre il contesto di origine da cui i reperti sono stati separati» e che «i musei non sono semplici custodi del passato, ma laboratori di innovazione che cercano di fornire sempre nuove risposte e costruiscono una memoria collettiva», sui media rimbalzava un’intervista del Corriere Torino all’assessore al Welfare della Regione Piemonte Maurizio Marrone (FdI), il quale asserisce che non riconfermerebbe Greco per un secondo mandato in quanto – pur riconoscendogli doti manageriali non comuni – esistono per quel ruolo «figure potenzialmente più qualificate», già «penalizzate» dal Cda del Museo Egizio.
Nelle affermazioni di Marrone si coglie il riferimento alle dimissioni, nel 2021, dell’egittologo Francesco Tiradritti, la cui nomina nel Cda del Museo Egizio, sostenuta dalla giunta regionale di centrodestra, era stata respinta dagli altri soci (Mic, Città di Torino, Compagnia di San Paolo e Fondazione Crt) della Fondazione Museo delle antichità egizie.
In seguito all’ingiustificato attacco di Marrone, il Cda presieduto da Evelina Christillin ha diramato una nota con la quale rinnova la fiducia al proprio direttore, ricordando come il suo operato abbia trasformato il Museo Egizio in un’eccellenza mondiale, con ristrutturazioni radicali degli allestimenti e oltre 90 collaborazioni con atenei e istituzioni museali a livello internazionale. Il Cda ha sottolineato anche le attività di formazione e ricerca nonché le rilevanti politiche di inclusione portate avanti da Greco dal 2014 a oggi.
In difesa dell’egittologo formatosi tra l’Italia e l’Olanda e contro la destra oscurantista sono intervenute anche la vicepresidente del Pd Gribaudo e la deputata del M5S Appendino, la quale – con un’interrogazione parlamentare – ha chiesto l’interessamento del ministro Sangiuliano. Nel pomeriggio di ieri l’Ansa ha inoltre pubblicato la lettera aperta di 92 studiosi – tra le firme principali quella di Tarek Tawfik, presidente dell’Associazione internazionale degli egittologi –, in sostegno del direttore del Museo Egizio e delle sue indiscutibili competenze scientifiche.

GRECO, GIÀ BERSAGLIO di Giorgia Meloni nel 2018 per un’iniziativa del Museo dedicata al pubblico arabofono, risponde dalle stesse pagine del Corriere Torino al nuovo tentativo di destabilizzazione della sua missione scientifica e sociale con poche parole, mosse – come in ogni suo atto pubblico – da compostezza e passione: «Sono un egittologo e lo rimarrò anche se dovessi andare a servire cappuccini in un bar di Porta Nuova Avendo questa responsabilità incredibile mi faccio sempre forza sul fatto che qualunque cosa è insignificante rispetto alla vita dei nostri oggetti. Sono oggetti che hanno una vita di 3500 anni . I direttori passano, il museo rimane qui da 200 anni».