Internazionale

Atrocità d’annata

Atrocità d’annataCartolina postale del Bureau de Presse francese, 1915

Verità di guerra «Bambini mutilati», «seni tagliati alle donne»... Israele contro Hamas? No, Gran Bretagna contro il Kaiser. Nel 1915. Sempre a colpi di fake news

Pubblicato 12 mesi faEdizione del 18 novembre 2023

“Prima le donne e i bambini”, il sacro principio dei marinai, è anche il motto dei propagandisti, almeno dalla prima guerra mondiale in poi.  “Hamas ha decapitato dei bambini. Non ci sono parole per descriverne l’atrocità e la depravazione”: questo tweet dell’esercito israeliano nelle prime ore di guerra è stato immediatamente rilanciato da tutte le televisioni del mondo. Alcuni inviati al kibbutz di Kfar Aza hanno detto di aver visto i corpicini mutilati, un’affermazione confermata dall’ufficio del primo ministro israeliano e ripresa il giorno dopo dallo stesso presidente americano Joe Biden. Qualcuno ha fatto anche un numero preciso: 40 bambini decapitati.

SOLO CINQUE GIORNI dopo, il 12 ottobre, le autorità israeliane hanno fatto marcia indietro, dicendo di “non poter confermare” l’episodio, provocando le scuse pubbliche della corrispondente della Cnn sul posto, che ha promesso di «essere più cauta con le proprie parole, in futuro». Questo ha lasciato Biden nella scomoda posizione di qualcuno che aveva detto di aver addirittura «visto le foto di terroristi che decapitavano dei bambini» (l’ufficio stampa ha poi fatto goffi tentativi di smentire che il presidente volesse dire proprio ciò che aveva detto).

Non c’era stata alcuna decapitazione. Hamas ha attaccato Kfar Aza? Sì. Ha ucciso dei civili? Sì. Ha preso degli ostaggi? Sì. Tutto vero, ma i bambini decapitati e altre atrocità facevano invece parte di un repertorio della propaganda che risale alle creazioni degli inglesi durante la Prima guerra mondiale. Tutto iniziò con la violazione della neutralità del Belgio da parte delle truppe tedesche nell’agosto 1914. Immediatamente, francesi e inglesi concentrarono la loro comunicazione sul tema delle violenze dei soldati tedeschi verso i civili, in particolare sui militari che “tagliavano le mani ai bambini belgi”.

Questa storia fu ampiamente diffusa e creduta, nonostante la mancanza di prove credibili. Nel 1915, il Rapporto Bryce raccolse decine di testimonianze di profughi che spesso riferivano di avvenimenti che conoscevano solo per sentito dire. Per esempio: “Su una strada laterale è stato visto il cadavere di un civile sulla soglia di casa sua con una ferita da baionetta allo stomaco, e accanto a lui il corpo senza vita di un bambino di cinque o sei anni con le mani quasi recise. I cadaveri di una donna e di un ragazzo sono stati visti presso il fabbro. Erano stati uccisi con la baionetta”.

Disegno sulla stampa britannica: un soldato prussiano con le vittime sulla baionetta.

QUESTE RICOSTRUZIONI apparentemente fattuali si trasformavano sulla stampa alleata in disegni di soldati prussiani con bambini infilzati sulle baionette, mentre il Bureau de la Presse francese stampava cartoline postali col disegno di un tedesco che uccideva un ragazzino “In nome di Dio, della Patria e dell’Imperatore”. Imperatore descritto in un singolo articolo del Daily Mail come pazzo, barbaro, mostruoso, criminale e “moderno Giuda” (il fatto che Guglielmo II fosse cugino del re d’Inghilterra Giorgio V evidentemente non era considerato importante).

Il 10 giugno 1915, il Financial News (antenato dell’attuale e rispettato Financial Times) pubblicò un editoriale in cui affermava che il Kaiser aveva personalmente ordinato di torturare bambini di tre anni, oltre a offrire doppie ricompense ai sottomarini che affondavano navi con donne e bambini a bordo e a chiedere agli aviatori tedeschi di fare ogni sforzo per assassinare i sei figli di Giorgio V).

Queste storie esagerate o inventate giocarono un ruolo fondamentale nel plasmare le percezioni del nemico durante la guerra. Nel periodo post-bellico molti episodi furono smentiti dagli stessi inglesi ma nel frattempo avevano ottenuto il loro scopo.

PERCHÉ I BAMBINI? Perché le donne? Come tutti i mammiferi, siamo biologicamente programmati per difendere i cuccioli e per aver cura di chi può riprodurre la specie. Da qualche parte nel nostro cervello c’è poi il terrore di ferite inflitte con armi da taglio, quindi la propaganda raramente parla di vittime fucilate o uccise con un colpo alla nuca, mentre un’accusa ricorrente è quella di tagliare i seni delle donne: “I vigliacchi di Hamas [hanno tagliato] i seni a madri, mutilando volontariamente bambini di 6-8 anni prima di ucciderli” (quotidiani italiani, 11 novembre 2023). “A Malines, un testimone ha visto un soldato tedesco tagliare i seni di una donna” (rapporto Bryce, 1915).

Nei poster della prima guerra mondiale le immagini di donne terrorizzate sono onnipresenti: talvolta minacciate da soldati tedeschi con la baionetta inastata, altre volte disegnate mentre annegano con un bimbo in braccio, come nel celebre manifesto americano pubblicato dopo l’affondamento del transatlantico Lusitania da parte di un sottomarino tedesco (il Lusitania era una nave passeggeri ma trasportava anche armi e munizioni dirette in Gran Bretagna).

A guerra finita, il numero di civili morti per opera delle truppe tedesche in Belgio nel primo mese della guerra mondiale è stato calcolato in circa 5.000. Nel primo mese dopo gli attacchi di Hamas del 7 ottobre il numero di vittime civili a Gaza è stato calcolato dall’Onu in oltre 10.000.

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