L’arte di strada si pone al di fuori dei circuiti ufficiali perché è sorpresa, anomalia, imprevisto rispetto alla routine quotidiana. Occupa lo spazio che è di tutti, un vero convivio con il pubblico, che applaude, lascia la monetina o va via se non interessato. Nella loro variegata diversità, burattinai, mimi, saltimbanchi, clown, giocolieri, teatranti, musicisti, madonnari, esprimono il valore culturale e sociale dell’arte, contribuendo alla rigenerazione urbana. Non sempre, però, gli artisti di strada o «in strada», come amano definirsi, vengono visti di buon occhio, soprattutto dai negozianti dei centri storici, che li percepiscono come disturbatori della quiete dei potenziali acquirenti. Spesso l’artista viene confuso con il mendicante con il cappello che chiede la monetina, viene percepito come corpo estraneo, a volte irriso o allontanato in malo modo dalle forze dell’ordine.

Riuniti a convegno al teatro Carcano dalla Federazione nazionale Arti in Strada (Fnas) con il patrocinio del Municipio 1 del Comune di Milano, gli artisti di strada hanno incontrato amministratori pubblici e istituzioni per discutere di spazi, rispetto dei regolamenti comunali, decibel, indipendenza, postazioni fisse, contributi finanziari. In Italia, a differenza del Belgio e della Francia, gli artisti di strada non fanno capo a un ministero, ma ai Comuni dove operano o sono di passaggio. Ogni città ha un suo regolamento riguardo all’occupazione degli spazi pubblici, non solo, a occuparsi degli artisti di strada in alcuni comuni, come Milano, sono gli assessorati ai Giovani, in altre città quello alle Pari opportunità o alla Cultura, un ginepraio che rende difficile l’elaborazione di linee condivise. Mario Ciani, responsabile dell’ufficio Torino Creativa del comune piemontese, ha fatto presente che attraverso una piattaforma è possibile registrarsi e occupare spazi ben definiti assegnati agli artisti di strada. Per alcune piazze prestabilite, dove l’esibizione avviene a rotazione, la prenotazione si può fare anche mezz’ora prima, una soluzione che consente ogni anno a Torino di ospitare 800 spettacoli all’aperto a costo zero, visto che la retribuzione degli artisti è affidata alla magnanimità del pubblico. Nella città sabauda ogni sera i senegalesi suonano in centro, richiamando grande pubblico, ma non mancano le lamentele dei residenti, un conflitto che gli amministratori pubblici devono gestire.

A Milano, invece, un apposito registro, annovera circa duemila artisti di strada tra compagnie e singoli, ma il sistema al quale devono sottostare è alquanto criticato: prima ci si deve esibire in periferia e solo dopo aver raggiunto un certo punteggio si può accedere agli spazi del centro città, tradizionalmente più redditizi, vista anche la maggiore presenza dei turisti. I quartieri periferici, però, come ha sottolineato il presidente della Fnas Giuseppe Borion, hanno una loro dignità e hanno diritto a usufruire dell’arte di strada. Borion ha insistito sulla necessità di un codice etico condiviso, perché gli artisti non possono fare quello che vogliono in uno spazio pubblico. Il musicista di strada Dario Buccino racconta del ruolo di educatore che può avere l’artista di strada quando parla con il pubblico o quando si esibisce in ambienti difficili, ma racconta anche di una multa di 5mila e 400 euro inflittagli da un vigile per aver messo i suoi Cd in vendita senza autorizzazione. Pronta la solidarietà del pubblico, che in poco tempo ha versato nel cappello di Buccino circa mille euro, insufficienti a pagare la multa, ma il gesto aveva un grande valore morale. C’è chi racconta di esperienze negative e dei pericoli che corrono gli artisti di strada, come quelli inviati dal Comune di Roma nel quartiere San Basilio, nota piazza di spaccio, per ritrovarsi con gli amplificatori rotti e anche malmenati, perché non disturbassero gli spacciatori. Ma anche l’esperienza positiva dell’attrice e regista Rita Pelusio, animatrice di «Saltimbanchi senza Frontiere», reduce da una staffetta Milano-Roma di teatro di strada, nel corso della quale sono stati raccolti ottomila euro da destinare ai Gaza Sunbirds, i ciclisti paralimpici della Striscia di Gaza. Per loro occorrono bici speciali per partecipare alle Paralimpiadi di Parigi e soprattutto i visti che mancano.

Il burattinaio Valerio Saccà, ha fatto presente che gli spettacoli non si possono tenere nei luoghi di passaggio, le voci, i rumori di coloro che passano dietro il paravento e parlano al cellulare a voce alta, spesso sovrastano la voce del burattinaio, meglio i luoghi silenziosi come i parchi. Evidenzia il recente interesse anche di un pubblico adulto agli spettacoli. Un’ora con le braccia continuamente impegnate a manovrare i burattini rende circa 60 euro, nell’arco di una giornata non riesce a fare più di due spettacoli, naturalmente questo non accade ogni giorno, genitori e bambini attratti dai burattini circolano maggiormente nei fine settimana. Agli amministratori le associazioni degli artisti di strada chiedono postazioni fisse. C’ è anche chi come Claudio Madia, saltimbanco di lungo corso e volto noto ai bambini degli anni ‘90 per la sua partecipazione alla trasmissione di Rai 3 L’albero Azzurro, prima sperimentazione di un programma per i più piccoli privo di pubblicità, rifiuta ogni inquadramento finanziario per gli artisti di strada da parte delle istituzioni, perché verrebbe meno l’autonomia e la libertà. In Belgio e in Francia, invece, è attivo l’Intermittent du Spetacle, che riconosce una quota di indennità per i periodi vuoti dedicati alla preparazione degli spettacoli, come spiega il giocoliere pugliese Mario Barnaba, che dopo una lunga esperienza a Madrid ora opera a Palermo. A fine giornata i rappresentanti del comune di Milano e gli artisti di strada ai Giardini di Porta Venezia hanno scoperto una targa dedicata a Luciano Dosio, chansonnier che con la moglie Iris ha allietato le domeniche di generazioni di bambini.