Anonymous contro Israele «Non avete interrotto oppressione dei palestinesi»
Offensiva hacker I risultati del cyber attacco non sono molto chiari. Per le autorità israeliane avrebbe avuto un successo «limitato». Per coloro che operano dietro la maschera di Guy Fawkes invece sono stati bloccati numerosi portali legati al governo Netanyahu e ad aziende che partecipano a produzioni militari
Offensiva hacker I risultati del cyber attacco non sono molto chiari. Per le autorità israeliane avrebbe avuto un successo «limitato». Per coloro che operano dietro la maschera di Guy Fawkes invece sono stati bloccati numerosi portali legati al governo Netanyahu e ad aziende che partecipano a produzioni militari
Anonymous, come ogni 7 aprile dal 2013, è tornato a colpire Israele. Da lunedì sera e per tutta la giornata di ieri gli hacker che operano dietro la maschera di Guy Fawkes hanno rilanciato #OpIsrael (Operation Israel), prendendo di mira i portali di ministeri, siti di banche, polizia, account twitter e facebook, in risposta alle politiche oppressive del governo Netanyahu contro i palestinesi e all’offensiva militare “Margine Protettivo” della scorsa estate contro Gaza. «Non avete interrotto le vostre continue violazioni dei diritti umani – si afferma nel comunicato video diffuso da Anonymous in inglese con sottotitoli in arabo – Non avete bloccato gli insediamenti (colonici) illegali. Avete ucciso migliaia di civili come nell’ultimo attacco a Gaza nel 2014. Avete confermato di non rispettare le leggi internazionali. Ecco perché il 7 aprile 2015 cyber-squadre speciali si uniranno in solidarietà con il popolo palestinese contro Israele per distruggere e cancellare Israele dal cyber spazio…Come abbiamo fatto tante volte ci prenderemo i vostri server, i siti governativi, quelli militari e delle istituzioni israeliane».
I risultati del cyber attacco non sono molto chiari. Per le autorità israeliane avrebbe avuto un successo «limitato» per merito, affermano, delle contromisure adottate con largo anticipo dallo Shin Bet (il servizio di sicurezza interno) e dal Computer Emergency Response Team. La maggior parte degli assalti informatici, aggiungono, è giunta dai Paesi arabi. Ben diverso il bilancio diffuso dagli hacker. I principali portali del governo Netanyahu, ha annunciato ieri Anonymous attraverso i propri canali di informazione, sono stati presi di mira e paralizzati da un’ondata di richieste di accesso. In alcuni casi sulle home page di alcuni siti israeliani sono apparse le foto dei luoghi santi islamici. Tra i portali “abbattuti” ci sarebbero quelli della polizia, della Knesset e dei Ministeri dello sviluppo e della salute ma anche di aziende e industrie private che operano nel settore della difesa e della produzione bellica. Gli hacker di Anonymous hanno anche ottenuto e poi diffuso informazioni riservate, email con relative passaword e numeri telefonici. A un certo punto Israele ha denunciato che il cyber attacco, non avendo raggiunto il suo scopo di cancellare dalla rete le istituzioni governative, si sarebbe indirizzato contro semplici cittadini e servizi essenziali per la popolazione civile. Come il parlamentare di “Unione Sionista” Yossi Yona, i cantanti Shalom Hanock e Ivri Lider, una scuola per ragazze e il Centro Urologico israeliano. Un resoconto che non è stato confermato dagli hacker.
Nonostante le smentite e il tentativo delle autorità di descrivere il cyber attacco come un “fiasco”, Anonymous qualche danno serio deve averlo provocato. Israele non è così impenetrabile agli hacker come vorrebbe far credere e non a caso è impegnato nello sviluppo di sistemi di protezione, anche con l’organizzazione costante di seminari e conferenze internazionali. Allo stesso tempo Israele stesso lancia attacchi informatici contro i Paesi “nemici” o “ostili”, non poche volte con la collaborazione dei servizi segreti di paesi occidentali, Stati Uniti in testa naturalmente. Lo Stuxnet, ad esempio, è un virus informatico creato negli anni passati dagli esperti dei servizi segreti di Washington e Tel Aviv per danneggiare le turbine della centrale atomica iraniana di Natanz, tramite l’invio di comandi errati all’hardware di controllo. Fu scoperto, dalla società VirusBlokAda, perchè il virus si diffuse fuori dall’impianto nucleare, colpendo anche le aziende iraniane che partecipavano al programma atomico, finendo così sotto i riflettori di tutto il mondo. Proprio Anonymous nel 2011 riuscì ad impadronirsi di alcune email di un contractor del governo Usa e a scoprire che la McAfee aveva fornito all’azienda in questione una copia di Stuxnet. Nel 2013 infine l’ex tecnico della Cia Edward Snowden ha confermato, con le sue clamorose rivelazioni sulle attività di spionaggio informatico di massa svolte dalla NSA (e anche dei britannici), che Stuxnet è stato creato dall’intelligence Usa in collaborazione da quella israeliana.
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