Alitalia-Ita, presto altri pronunciamenti sul «contratto segreto»
Tribunale del Lavoro Depositata la sentenza sui 77 reintegri per «cessione di ramo d'azienda». Il giudice risponde alla nota di Mef e azienda sulla possibilità che il ricorso potesse far cambiare idea a Lufthansa: «Applico la Costituzione»
Tribunale del Lavoro Depositata la sentenza sui 77 reintegri per «cessione di ramo d'azienda». Il giudice risponde alla nota di Mef e azienda sulla possibilità che il ricorso potesse far cambiare idea a Lufthansa: «Applico la Costituzione»
Quarantacinque pagine di sentenza che certificano la totale continuità fra Ita e Alitalia. Dopo il dispositivo con cui il 15 giugno il tribunale del Lavoro di Roma ha reintegrato 77 lavoratori e lavoratrici non riassunti da Ita, giovedì è stata depositata la sentenza. Che rischia di essere la prima di molte contro la compagnia appena finita sotto il controllo di Lufthansa. Il motivo è presto detto: si tratta di uno dei cinque giudici che hanno deciso di richiedere e utilizzare come prova il famoso «contratto segreto» con cui Alitalia ha ceduto con trattativa privata l’intero settore Aviation (aerei, slot, uffici, sistemi informatici) a Ita per un solo euro.
Già a settembre arriveranno altri pronunciamenti in vari tribunali: Roma, Milano e Busto Arsizio, mentre a novembre si pronuncerà la Corte di appello di Milano come secondo grado.
Nel procedimento sui 77 lavoratori, di cui sei nel frattempo hanno transato con la stessa Ita – difesi dagli avvocati Pier Luigi Panici e Carlo Guglielmi – è stata «accertata la sussistenza del trasferimento di ramo d’azienda tra Alitalia e Italia Trasporto Aereo verificatosi in attuazione del “contratto di cessione del complesso di beni e contratti” concluso tra le parti in data 14 ottobre 2021».
La dimostrazione è che «il 100% degli aerei utilizzati da Ita sono stati acquisiti da Alitalia; il 99,9% del personale di volo di Ita è transitato da Alitalia senza soluzione di continuità».
Nella sentenza il giudice Claudio Cottatellucci dà conto anche del tentativo (disperato) della difesa di Ita e del governo già raccontato dal manifesto. In una «una nota redatta il 14 giugno dall’avvocato Paolo Quaini, general counsel di Ita, e dall’avvocato Francesco Gianni, nella qualità di consulente legale di Ita e Ministero delle Finanze (Mef)» si dava conto del fatto che «nella fase della negoziazione e delle trattative tra il Mef, Lufthansa ed Ita» «tra i presupposti essenziali dell’operazione viene tra l’altro indicato il fatto che: “non si verifichi un cambio di giurisprudenza nell’interpretazione delle norme per vedersi riconosciuto il passaggio automatico del rapporto di lavoro in capo ad Ita» sostenendo «che nell’accordo l’esecuzione dell’operazione è subordinata al verificarsi di alcune condizioni sospensive tra le quali appunto il “cambio di giurisprudenza».
Il giudice risponde in poche e ferme parole: «nel giudizio attenersi esclusivamente ai precetti costituzionali di cui all’articolo 101 («La giustizia e’ amministrata in nome del popolo. I giudici sono soggetti soltanto alla legge») e all’articolo 111 comma 6 («Tutti i provvedimenti giurisdizionali devono essere motivati») della Costituzione». I «ricatti economici» nei tribunali del Lavoro ancora non funzionano.
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