Colpo grosso del gruppo jihadista al Shabab, che ha colpito il cuore della capitale e del potere politico – o quel che ne resta – della Somalia attaccando il lussuoso Central Hotel di Mogadiscio, solitamente affollato di politici e uomini d’affari. Nella rivendicazione, avvenuta attraverso l’emittente radiofonica dei jihadisti al Andaluz e con una telefonata a al Jazeera, il gruppo armato sostiene di aver ucciso 20 funzionari del «governo apostata somalo», che nell’albergo si erano «riuniti pensando di essere al sicuro dalla giustizia dei Mujaheddin».

Secondo fonti della polizia locale una o due autobomba guidate da kamikaze sono state lanciate contro l’ingresso dell’hotel. Subito dopo le esplosioni, dei miliziani sono entrati sparando nella moschea dell’albergo, dove era in corso la preghiera del venerdì. Il bilancio dell’attacco resta incerto, ma le vittime dovrebbero essere oltre 20 e tra loro c’è sicuramente il vicesindaco di Mogadiscio Mohamed Aden. Secondo al Jazeera sarebbero morti anche due parlamentari, mentre il vice-premier, dato inizialmente tra i feriti, sarebbe illeso, così come altri ministri presenti nell’hotel al momento dell’attacco. Altre fonti inseriscono tra le vittime l’ex ministro degli Interni Abdelqader Ali Omar.

Il 22 gennaio scorso al Shabab aveva colpito un altro hotel a Mogadiscio, dove era in corso una riunione che preparava la visita del premier turco Erdogan.