«Africa» freddato dalla polizia
Stati uniti In un video, nuove brutalità repressive dai contorni razzisti: contro i senza fissa dimora
Stati uniti In un video, nuove brutalità repressive dai contorni razzisti: contro i senza fissa dimora
Il Los Angeles Police Department è di nuovo al centro della cronaca degli abusi di polizia dopo la morte di un uomo freddato a colpi di pistola da tre agenti nel sobborgo di Skid Row. L’episodio avvenuto domenica è stato ripreso da un video divenuto virale in rete in cui si vedono sei poliziotti che circondano un uomo in evidente stato di agitazione. All’inizio del filmato gli agenti gli stanno attorno e l’uomo comincia a dimenarsi roteando le braccia nella loro direzione.
I poliziotti gli saltano addosso, un paio di essi lasciano cadere in terra i manganelli che avevano impugnato; una donna minuta, magrissima e, si direbbe, anziana, ne raccoglie uno, due agenti che la sovrastano di almeno 40 centimetri lasciano la mischia e si lanciano sulla esile donna afroamericana ammanettandola bruscamente a terra. Nel frattempo sullo sfondo i quattro rimanenti poliziotti continuano la colluttazione con l’uomo, identificato solo col nomignolo “Africa”. Pure lui, ad un certo punto, atterra sulla schiena. Volano dei pugni, si sente il ticchettio caratteristico della scarica elettrica dei taser poi d’improvviso un paio di agenti balzano in piedi con pistole puntate a terra e si sentono esplodere 5 colpi. Sono tre alla fine i poliziotti con l’arma puntata.
Nel video si vede e si sente anche la reazione dei numerosi astanti che urlano all’indirizzo degli agenti: «L’avete ammazzato, bastardi!» «Era disarmato, qui nessuno ha una pistola!» «Sei contro uno, vigliacchi figli di puttana!».
Nel coro d’indignazione spontanea dei presenti arrivano altre volanti e rinforzi che si dispongono a cordone e intimano alla gente di allontanarsi. Si conclude così l’ultimo, ennesimo, film di violenza omicida poliziesca destinata a puntare nuovamente i riflettori su una piaga cronica con cui gli Stati uniti stentano a fare i conti e in cui ancora una volta si intersecano letalmente annosi problemi sociali. Il razzismo – ancora una volta la vittima è nera – ma anche uno dei poliziotti che apparentemente ha fatto fuoco lo è. La mentalità “militarizzata” delle forze dell’ordine che ha nuovamente provocato l’escalation violenta di una normale situazione di ordine pubblico in tragedia, e infine la gigantesca disuguaglianza in mostra sui marciapiedi delle città americane. Nel caso di Skid Row, un “quartiere” di un paio di chilometri quadrati adiacente alla zona di gallerie d’arte e loft riqualificati in appartamenti di lusso di Downtown, è adibito a a bidonville-dormitorio per migliaia di homeless che bivaccano in tende, scatole di cartone e altri ripari di fortuna in abbiette condizioni di squallore.
Le condizioni di impressionante emarginazione sono frutto in gran parte della completa mancanza di rete di assistenza sociale e psico sanitaria. Una grande percentuale degli homeless di skid row soffre infatti di disturbi psichici, pazienti bipolari o psicotici “orfani” di strutture preposte, abbandonati alla strada (qualche anno fa venne perfino documentata la pratica di ospedali del Nevada di dimettere pazienti psicolabili con ambulanze scaricandoli nottetempo nella zona). Era questo il caso anche di “Africa” giunto sui marciapiedi del quartiere dopo un soggiorno decennale in un ospedale psichiatrico.
In mancanza di strutture terapeutiche adeguate, le “cure” di questi malati sono “appaltate” alla polizia e alla loro tolleranza zero. Nel caso dell’uomo ucciso domenica avrebbe preso la forma di un’ intimazione a smantellare una tenda. Quando questi, in stato confusionale, si sarebbe rifiutato i poliziotti lo avrebbero estratto con la forza dal rifugio – il resto lo racconta il video.
Subissato di proteste, il dipartimento ha invitato i cittadini a «non formarsi preconcetti» annunciando una «indagine approfondita» sull’accaduto e prefigurando comunque già da ora l’ipotesi di una «azione difensiva» degli agenti in seguito al tentativo della vittima di afferrare una delle loro armi: in altre parole l’abituale copione impiegato in questi casi che finiscono regolarmente con l’assoluzione degli agenti. Il Lapd non è nuovo a questo tipo di episodio, dal 2000 ad oggi i “morti per polizia” sono stati oltre 600. Difficilmente l’uccisione di Africa avrà un esito diverso.
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