Mazzone l’antidivo del calcio verace, che conquistò il «core de Roma»
Calcio Maestro di Totti, Baggio e Guardiola, aveva una predisposizione speciale a far crescere i talenti. È morto a 86 anni
Calcio Maestro di Totti, Baggio e Guardiola, aveva una predisposizione speciale a far crescere i talenti. È morto a 86 anni
Era l’immagine del calcio che teneva incollati a tv e radio. Il calcio vero, senza sotterfugi, senza pretattica, senza divismi. Una volta si diceva superficialmente «pane e salame», ma quanto erano buoni quel pane e quel salame.
Carlo Mazzone si è spento a 86 anni e pochi secondi dopo la notizia del suo decesso è iniziato il ricordo commosso attraverso i social di diverse generazioni di appassionati che hanno saputo apprezzare le doti umane – ma anche tecniche – di un allenatore che ha toccato 30 anni di calcio italiano, lasciando ovunque il segno. Definirlo un galantuomo del calcio potrebbe sembrare poco, ma chi l’ha conosciuto sa invece che è l’espressione più adatta.
HA FATTO crescere sotto la sua ala protettrice Francesco Totti agli inizi di carriera, quando le tentazioni avrebbero potuto distrarre e portare da un’altra parte il futuro numero 10 della Roma e della nazionale. Un secondo padre per Totti, che ha sempre usato parole rispettose e commosse per il suo maestro. Ma Mazzone ha riconsegnato agli amanti del calcio Roberto Baggio durante l’esperienza a Brescia, portandolo sino alla meritata (e mai arrivata) convocazione ai Mondiali del 2002.
«Nun avemo vinto niente, però ammazza le risate che se semo fatti»Carlo MazzoneI due più grandi calciatori italiani degli ultimi 30 anni sono passati attraverso i suoi insegnamenti di tattica e di vita. E non va dimenticato che se ad Ancelotti si deve l’esplosione di Andrea Pirlo, altro talento doc, nella posizione di regista, l’intuizione venne proprio a Mazzone, sempre a Brescia. Insomma, aveva una predisposizione a trattare e a far crescere il talento.
NELLA CITTÀ lombarda Mazzone ha accolto anche Pep Guardiola, un altro grande del pallone mondiale rimasto stregato dalla sua passione e dalle qualità umane. «Come un figlio», così l’ex allenatore di Roma, Cagliari, Napoli, Bologna, Brescia ha esaltato via social il recente successo in finale di Champions League del Manchester City.
Per capire chi è stato Carlo Mazzone davvero vale la pena recuperare il doc su Amazon Prime Come un padre. Lo stesso Guardiola, appena arrivato a Brescia dalla Roma, era a bordo campo quando il tecnico romano corse sotto la curva dell’Atalanta restituendo ai tifosi bergamaschi le offese ricevute durante tutta la gara. Settanta metri di campo e nessuno riuscì a tenerlo, perché il fisico era forte, grosso, da antico stopper del calcio italiano degli anni 50 e 60 e pure il carattere era fumantino.
MA ATTENZIONE: non va ricordato solo per quella corsa diventata poi un meme. Mazzone è stato altro, tanto altro. Uno vero, uno di quelli che per la tendenza a dire ciò che pensava non ha potuto salire sul tram giusto che portava a un top club o alla guida della nazionale italiana.
La Roma era la sua vita calcistica. L’ha allenata quando non era al vertice, l’amore (ampiamente corrisposto) è proseguito anche dopo il ritiro dal calcio di Mazzone. «Nun avemo vinto niente, però ammazza le risate che se semo fatti». In questa frase c’era tutto Carlo Mazzone: semplicità, passione e appartenenza. Un signore del calcio.
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