Accolsi Benedetto nel collettivo e per lui la parola giusta è «responsabilità»
Benedetto, fui io ad accoglierlo al manifesto, quando ero allora nella direzione. Anche in quel colloquio, come in tanti altri che poi avremmo avuto, fu di poche parole. Non chiedeva […]
Benedetto, fui io ad accoglierlo al manifesto, quando ero allora nella direzione. Anche in quel colloquio, come in tanti altri che poi avremmo avuto, fu di poche parole. Non chiedeva […]
Benedetto, fui io ad accoglierlo al manifesto, quando ero allora nella direzione. Anche in quel colloquio, come in tanti altri che poi avremmo avuto, fu di poche parole.
Non chiedeva un posto, ma la possibilità di essere parte del collettivo. E s’inserì naturalmente, come n’avesse sempre fatto parte, per poi arrivare, con tenacia e discrezione al lavoro di redazione e a posti di responsabilità.
Responsabilità è la parola giusta.
Raramente ho incontrato una persona che così “responsabilmente” svolgesse il suo ruolo, ascoltando e anche mettendo da parte idee divergenti con il suo interlocutore.
Benedetto ha avuto un ruolo importante nel manifesto, alimentandone la cultura delle origini con un impegno di alta qualità sul fronte delle nuove culture politiche post-industriali che hanno arricchito e ampliato il terreno d’indagine e d’azione della sinistra.
Ciao, Bene.
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