Acciaierie d’Italia, tutto rimandato ancora a gennaio
Come previsto, anche la riunione di ieri mattina del Cda di Acciaierie d’Italia si è conclusa con un nuovo nulla di fatto dopo circa tre ore di confronto. Non essendo stato trovato un accordo tra i soci su aumento di capitale e acquisto degli asset aziendali, si è deciso di attendere un incontro tra i vertici degli azionisti, governo, Invitalia e ArcelolMittal, che dovrebbe tenersi i primi di gennaio. Sarà in quella sede, secondo quanto riferiscono fonti vicine al dossier, che si proverà a trovare una quadra in vista di una riconvocazione del Cda e di una nuova assemblea dei soci.
Oggi alle 16, intanto, i sindacati metalmeccanici sono stati convocati a Palazzo Chigi. Il governo dovrebbe spiegare la strategia per salire in maggioranza, ma una linea precisa ancora non c’è e il rischio di ricorsi e contenziosi da parte di Mittal è altissima.
«L’esito è l’ennesima dimostrazione di come la trattativa sia completamente in mano ad ArcelorMittal. Il cda non assume decisioni perché il governo non assume decisioni e la multinazionale continua a tenerci inchiodati a questa situazione drammatica dall’estate – commenta il segretario generale Uilm Rocco Palombella – . Anzi, va sempre peggio visto che si avvicinano delle scadenze, come quella del 10 gennaio per la fornitura del gas, e il pagamento delle ditte dell’appalto».
«È inaccettabile che i soci di Acciaierie d’Italia si riuniscano da mesi senza prendere decisioni per la salvaguardia dell’occupazione, dell’ambiente e della produzione. È un comportamento irresponsabile, dovrebbero dimettersi e il governo dovrebbe prendere in mano l’azienda», attacca la Fiom.
«Ci aspettiamo un altro incontro vuoto, continueremo a leggere sul volto dei ministri la consueta rassegnazione», prevede l’Usb.
I consigli di mema
Gli articoli dall'Archivio per approfondire questo argomento