L’attivista sindacale e sociale Aboubakar Soumahoro, fondatore della Lega dei braccianti ha iniziato ieri uno sciopero della fame e della sete e si è incatenato sotto il sole cocente in piazza Montecitorio a Roma. Nel pomeriggio è stato ricevuto a Palazzo Chigi presso la presidenza del consiglio dei ministri.

«Chiedo tre cose al governo – ha detto – introduzione del salario minimo legale, adozione del piano nazionale contro gli infortuni sul lavoro, riforma della filiera agricola con l’introduzione della patente del cibo e il rilascio di un permesso di soggiorno a tutti gli invisibili. E’ necessario riformare la filiera agricola  con l’introduzione della Patente del Cibo, perché noi braccianti e contadini non possiamo continuare ad essere schiacciati sotto il rullo compressore della potente Grande Distribuzione Organizzata».

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«La mia esistenza è al servizio degli invisibili, che soffrono materialmente e nell’anima. Non posso continuare a guardare milioni di donne e di uomini soffrire senza fare niente. Il Palazzo ascolti il Paese».

L’attivista ha denunciato la scomparsa di Yusupha Joof, il ragazzo morto nell’incendio scoppiato nel ghetto di Torretta Antonacci, nelle campagne tra San Severo, Foggia e Rignano Garganico. “Senza un impegno concreto del Palazzo per dare risposte alle sofferenze delle lavoratrici e dei lavoratori del Paese Reale – ha aggiunto – sono pronto e preparato a portare il mio sciopero della fame e della sete ad oltranza.

Ieri pomeriggio il sostegno a Soumahoro è stato dato da Angelo Bonelli ed Eleonora Evi (Europa Verde) e Laura Boldrini (Pd).

Nel giugno del 2020 il sindacalista si era incatenato durante gli Stati generali convocati dal governo Conte 2 fuori da Villa Pamphili.