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A Trapani l’esercitazione di guerra della Nato

A Trapani l’esercitazione di guerra della Nato

Esercitazioni Nato Cerimonia di apertura ieri nella base aerea di Trapani Birgi, della Livex, la fase «dal vivo» (con 36 mila uomini, 60 navi e 200 aerei) dell’esercitazione Nato Trident Juncture in […]

Pubblicato quasi 9 anni faEdizione del 20 ottobre 2015

Cerimonia di apertura ieri nella base aerea di Trapani Birgi, della Livex, la fase «dal vivo» (con 36 mila uomini, 60 navi e 200 aerei) dell’esercitazione Nato Trident Juncture in corso in Italia, Spagna e Portogallo.

Serve a testare la capacità della «Forza di risposta» (40mila uomini), in particolare della sua «Forza di punta ad altissima prontezza operativa» proiettabile in 48 ore fuori dall’area Nato sia verso Est che verso Sud, il cui comando operativo viene esercitato nel 2015 dal Joint Force Command di Lago Patria (Napoli), agli ordini dell’ammiraglio Usa Ferguson.

A tagliare il nastro alla cerimonia di Trapani, alcuni dei massimi esponenti dell’Alleanza. Il generale statunitense Breedlove, Comandante supremo alleato in Europa (carica che, informa la Nato, spetta «tradizionalmente» a un generale o ammiraglio Usa, nominato dal Presidente): Breedlove ha «due cappelli di comando», poiché allo stesso tempo è a capo del Comando europeo degli Stati uniti, ossia fa parte della catena di comando Usa che ha la priorità assoluta, ponendo di fatto la Nato agli ordini del Pentagono. Accanto a lui, alla cerimonia di Trapani, il vicesegretario della Nato, l’ambasciatore statunitense Vershbow che ha fatto carriera promovendo «le relazioni militari tra gli Usa e gli alleati europei» e, allo stesso tempo, «la democrazia e i diritti umani nella ex Unione Sovietica»: dopo essere stato ambasciatore Usa presso la Nato durante la guerra alla Jugoslavia, ricopre oggi la carica di vicepresidente del Consiglio Nord Atlantico, il principale organo decisionale dell’Alleanza nel quale, per statuto, «non ci sono votazioni né decisioni prese a maggioranza», ma «le decisioni vengono prese all’unanimità e di comune accordo», ossia d’accordo con gli ordini di Washington.

Gli alleati meritevoli vengono però ricompensati: alla cerimonia di Trapani ha partecipato il generale francese Mercier che, per i meriti acquisiti nelle guerre contro la Jugoslavia, l’Afghanistan e la Libia, è stato messo a capo del Comando per la «trasformazione» della Nato, il cui quartier generale è a Norfolk in Virginia (Usa).

Presente a Trapani anche il generale ceco Pavel, nominato presidente del Comitato militare della Nato e, in tale veste, principale consigliere del Consiglio Nord Atlantico, al quale trasmette il parere «basato sul consenso» dei capi di stato maggiore dei paesi Nato: Pavel, già ufficiale dell’intelligence, ha acquisito grossi meriti agli occhi del Pentagono soprattutto quando è stato rappresentante militare ceco al quartier generale del Comando Centrale Usa a Tampa in Florida e in quello avanzato nel Qatar all’epoca della seconda guerra contro l’Iraq. All’ombra di questi grandi, il sottosegretario alla difesa Gioacchino  Alfano che, alla cerimonia di Trapani, ha avuto l’onore di partecipare a una conferenza stampa congiunta col vicesegretario della Nato, lo statunitense Vershbow.

E l’Unione europea cosa fa mentre la Nato sotto comando Usa svolge in Europa una delle più grandi esercitazioni di guerra?

La sostiene, sia perché 22 dei 28 paesi della Ue sono membri della Nato, sia perché ufficialmente la Nato «resta il fondamento della difesa collettiva» dell’Unione. Per riaffermare tale principio, il presidente del Consiglio europeo, il polacco Donald Tusk, è andato il 13 ottobre al quartier generale Nato, accolto dal segretario Stoltenberg.

E il 15 ottobre una rappresentanza dello Staff militare Ue si è trasferita al quartier generale della Task force congiunta della Nato, a Saragoza, per seguire gli sviluppi della Trident Juncture.

L’esercitazione, ha dichiarato Vershbow ieri a Trapani, dimostra come «possiamo lavorare insieme con l’Unione europea sotto pressione».

Esercitazioni di tale ampiezza, ha sottolineato Vershbow, venivano condotte durante la guerra fredda contro la minaccia sovietica.

«Oggi fronteggiamo una situazione molto più instabile e potenzialmente più pericolosa» poiché «la Russia ha illegalmente annesso la Crimea, appoggia i separatisti in Ucraina ed è entrata nella guerra in Siria dalla parte di Assad».

Per questo la Nato sta testando con la Trident Juncture e altre esercitazioni (oltre 300 nel 2015) «la nostra capacità di muoverci rapidamente e decisamente al di là dei nostri confini per proteggere i nostri partner e i nostri interessi». Una vera e propria dichiarazione di guerra che la Nato lancia dall’Italia, paese che nella sua Costituzione ripudia la guerra.

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