A Siena in tanti dalla parte del torto. E a ricordare Benedetto
Cento cene Al circolo Arci di Taverne d’Arbia una serata dedicata a Ben, per parlare del giornale
Cento cene Al circolo Arci di Taverne d’Arbia una serata dedicata a Ben, per parlare del giornale
Sostenitori di vecchia data del quotidiano comunista il manifesto, Alfonso Lanza, Francesco Andreini e Gino Lombardi hanno battuto tutti sul tempo: sono stati i primi toscani a raccogliere l’appello del giornale per le “100 cene del manifesto”, e in un placido sabato sera invernale hanno organizzato una bella iniziativa alle porte di Siena, nel piccolo, confortevole circolo Arci di Taverne d’Arbia. «Quando è stata lanciata l’idea ci siamo messi all’opera, e in pochi giorni abbiamo raccolto le adesioni di un centinaio di lettori e simpatizzanti del giornale. È stata una felice sorpresa, e anche il segnale dell’importanza del manifesto nelle vite di molti di noi».
Nel presentare una serata fortemente dedicata a Benedetto Vecchi, e allietata fra i tanti e le tante dalla presenza della “extraterrestre” Daniela Passeri, e del gruppo di colligiani e colligiane raccolti intorno a soci fondatori del Manifesto come Mauro Lenzi e Michele Logi, Gino Lombardi ha sottolineato che il tema di discussione dell’iniziativa era quello «di una libertà di stampa sempre minacciata per chi, come noi, ricercano un punto di vista diverso, alternativo all’esistente, proprio del dna del manifesto».
In parallelo Lombardi ha voluto rimarcare che non si poteva non parlare di fascismo e antifascismo «in una città dove in questi mesi abbiamo avuto in successione la storia del gruppo paramilitare nazifascista, e quello del professore dell’ateneo senese che sui social network inneggiava a Hitler. L’hanno fatto passare per folclore, in realtà è l’ennesimo segnale di quei processi sociali che, sul piano elettorale, hanno portato la destra in Palazzo Pubblico».
Fra i tanti interventi che hanno punteggiato la discussione, nel mezzo ad una cena alla toscana rigorosa e di gran sapidità enogastronomica, non sono mancate le pur benevole critiche a un giornale, «di non facile leggibilità in alcune sue pagine come quelle culturali e di spettacolo», e la suggestione «di poter finalmente ridiscutere di scuola pubblica, efficace e coinvolgente. Con il manifesto che potrebbe essere uno strumento utile per promuovere un ’Forum sulla scuola pubblica’, in vista di una ineludibile riforma». Complice la presenza di Daniela Passeri, anche il cibo è diventato argomento di discussione, a tal punto da far ipotizzare una nuova iniziativa primaverile tematica, sull’onda delle favorevoli accoglienze all’inserto settimanale l’Extraterrestre.
A fine serata un incredulo, più che soddisfatto Alfonso Lanza, manifestino dal 1974, poteva annunciare che, fra cena e irresistibile lotteria, erano stati raccolti più di 1.200 euro di utile, destinati ad otto abbonamenti al manifesto per biblioteche, scuole, circoli e associazioni. «Ottima notizia – hanno commentato Teresa e Roberta – perché sai, noi non siamo donne da cene sociali. Ma il manifesto fa sempre eccezione».
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