A Roma direzioni culturali cercansi. In teatro e all’opera
Nomine e dintorni L'annuncio dell'avvio dei lavori al Valle e i giochi di potere all'ombra del Colosseo
Nomine e dintorni L'annuncio dell'avvio dei lavori al Valle e i giochi di potere all'ombra del Colosseo
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Teatro Valle (ri)occupato: dopo le luci in sala arriva subito lo sgomberoTREDICI ANNI FA circa, il teatro Valle fu occupato da un gruppo folto di giovani teatranti, che protestavano contro il tran tran dell’organizzazione teatrale. Il «Valle occupato» fu una esperienza importante, che raccolse proseliti e interesse anche fuori d’Italia. Molti artisti di nome (dalla stessa Valeri a Ronconi) vi parteciparono ad alcune iniziative. E soprattutto venne approfondito il principio del «teatro come bene comune», con la partecipazione, generosa quanto scientifica, di una personalità straordinaria del diritto come Stefano Rodotà. Poi finì col prevalere la routine sempre più avara di sbocchi, cui pose termine lo sgombero del teatro, che da allora (tranne qualche mostra negli ultimi anni) è rimasto chiuso sprangato, verso la fatiscenza.
Tredici anni fa circa, il teatro Valle fu occupato da un gruppo folto di giovani teatranti, che protestavano contro il tran tran dell’organizzazione teatrale.
Fino al momento dell’occupazione, il teatro era gestito dall’Eti (Ente teatrale italiano). Dopo lo sgombero fu affidato alla gestione del Teatro di Roma (che lo aveva gestito alla propria nascita). Lo Stabile si troverà quindi adesso a curarne il restauro e la manutenzione, e il ritorno all’agibilità teatrale vera e propria al termine dei lavori.
SAREBBE una buona notizia questo allargamento di importanti spazi culturali. Se non fosse per una «infausta» coincidenza. Fino all’altro ieri, chi ha più a cuore il teatro della capitale era rassicurato dalle voci che davano come futuro direttore Ninni Cutaia, alto dirigente dei Beni culturali con vastissima pratica proprio nell’amministrazione teatrale. Come una doccia fredda sugli spettatori è arrivata la sua nomina a commissario del Maggio musicale fiorentino: un ente tanto prestigioso che vede i suoi sovrintendenti troppo spesso «protestati», come ora Pereira che pure aveva rilanciato la Scala, o come anche come l’ottimo Cristiano Chiarot, costretto alla fuga dalla pretesa dei renziani fiorentini di metterlo sotto una curiosa tutela proveniente dal ministero… E sul Teatro di Roma si riaprirà la solita disputa tra nomi discutibili (già ne girano, forse ad arte, di imbarazzanti) quando tra meno di due mesi Giovanna Marinelli lascerà l’incarico di commissario, che ha trasformato lo stabile romano da Associazione in Fondazione.
Come non bastasse, la disgraziata scena capitale perde anche il direttore artistico musicale dell’Opera Alessio Vlad con due mesi di anticipo, senza dare spiegazioni.
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