Tutti i film di M. Night Shyamalan sembrano cercare e raccontare la stessa cosa, con una precisione delicatamente ossessiva: il sesto senso (titolo del suo terzo film), ovvero quel senso che oltrepassa i cinque conosciuti, che ci parla dell’insoddisfazione di ogni spiegazione (a partire da quella narrativa), di ogni segnale visibile, di ogni realtà umanamente conoscibile. Non viene mai nominato, a ben guardare. Ogni volta si manifesta in situazioni solo apparentemente diverse, come uno specchio rotto le cui schegge vengono ogni volta ricomposte in modo diverso. In Bussano alla porta è lo shining della realtà catastrofica di cui conosciamo bene...