A Marzabotto solidarietà resistente
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A Marzabotto solidarietà resistente

Il memoriale delle vittime della strage

25 aprile La sindaca Valentina Cuppi racconta il 25 aprile nel comune simbolo della lotta al nazifascismo: il Covid ci ha fatto riscoprire il valore della libertà e quello dell’aiuto alle persone più fragili

Pubblicato più di 4 anni faEdizione del 26 aprile 2020

«Sono stata a Monte Sole il 25 aprile» dice Valentina Cuppi, sindaca di Marzabotto e Presidente del Pd. «È stato straniante percorrere quei sentieri, ritrovare le rovine delle case, delle chiese, il poco rimasto dopo la strage e la distruzione del 1944. Il 25 aprile a Monte Sole ha sempre voluto dire una festa di popolo, una marea di giovani, bandiere, canzoni. Stavolta ero sola in quel prato enorme lassù…».

Monte Sole è sicuramente un luogo speciale. Chi ha la fortuna di visitare i suoi boschi, i larghi prati, i calanchi scoscesi, sente un fascino particolare, come se la terra respirasse, come se nell’aria fosse sospesa una particolare energia. Comunque un 25 aprile diverso in tempi di coronavirus.
Mi sono accorta che il periodo drammatico che stiamo tutti vivendo non è certo la guerra, ma ci limita tanto. Siamo privati della libertà alla quale eravamo abituati. Credo che questo aiuti a comprendere il valore della libertà e del dono che le partigiane e i partigiani ci hanno lasciato in dote. Questo periodo ci fa vedere meglio cose che forse erano sfuocate.

La crisi che stiamo vivendo non riguarda tutti allo stesso modo, è evidente, e questo ci fa riflettere sulle diseguaglianze: mai come adesso possiamo capire cosa significhi non avere una casa dove rifugiarsi, o un lavoro dove tornare. Siamo uguali nella paura, nell’incertezza, qualcuno è in prima linea ma tutti condividiamo timori e rinunce. Quello che io credo unisca è la lotta. La lotta unisce, sempre, perché diventa solidarietà concreta.

La lotta, la guerra di Liberazione che ha attraversato questi luoghi, che ha coinvolto tutti.
È un ricondurci ai sentimenti di chi lottava allora. Qualcuno con le armi, altri a proteggere, a difendere i più fragili, le donne diventate capifamiglia, le staffette partigiane, che ruolo incredibile hanno avuto le donne! Mi accorgo che queste giornate così difficili mi aiutano ad avvicinarmi a loro, a recuperare la Memoria in un modo quasi più consapevole, più tangibile.

Usciremo dalla pandemia diversi?
Ci dà un’occasione, questo sì. Il coronavirus ci fa vedere le diseguaglianze e ci fa ridefinire le priorità. Ne usciremo ma dovrà essere una ripartenza diversa. Proprio perché ci avvicina a quella lotta per la Libertà, ci invita a rileggere la Costituzione, a rintracciarne i valori e ad attuarli. Intendo il rispetto per la dignità di ogni persona, il lavoro come fondamento della Repubblica e dei rapporti sociali e poi l’eguaglianza, ma una eguaglianza reale. C’è tanto da fare, mi auguro che il dramma che stiamo vivendo diventi una spinta per ricostruire, ma ricostruire nella solidarietà, in Italia ma anche in Europa. Per un Europa, appunto, solidale

Valentina Cuppi gira molto tra le frazioni, fino alle case isolate, ai piccoli nuclei abitati.
Beh, sono la sindaca, lo faccio, sì, normalmente. Poi, quando il contagio ha aggredito pesantemente l’Emilia, dovevo sapere come stava la gente, avvisarli…che periodo è stato!

Marzabotto è rimasta, tutto sommato, un’isola felice
Beh sì, qualche singolo contagiato c’è ma abbiamo fatto, facciamo, il possibile per arginare i danni. Abbiamo cercato le mascherine, così che le farmacie siano sempre fornite e i prezzi abbordabili. Per qualcuno più in difficoltà provvede il Comune e comunque le distribuiamo fuori dai supermercati.

Quello che ci arriva dalla Regione lo portiamo casa per casa. L’obiettivo è che tutti siano sempre protetti. Siamo fortunati, abbiamo tantissime donazioni: mascherine ma anche buoni-spesa o fondi per i più bisognosi, da privati e da associazioni. Penso ai Pennelli Ribelli che già avevano realizzato il murales sul muro della Cartiera abbandonata e che hanno raccolto fondi, ma tanti, tanti altri. È la forza di Marzabotto, è la sua impronta solidale che è stata seminata ed è germogliata, dovunque. Solidarietà, Resistenza e Cultura si sono mischiate e stanno producendo bene. Siamo chiusi in casa, distanziati sempre, non è facile, affatto. Abbiamo dovuto rinunciare a tante cose belle, quelle poi che sono alla base dell’essere comunità: incontrarsi, stare assieme, condividere gli spazi e le occasioni.

Tutti in casa ma, almeno per il 25 aprile tutti collegati online
Esperienza fantastica: si sono collegati tutti, proprio tutti. Chi voleva partecipare lo ha fatto così ed ecco le scuole, i cori, i singoli, le bande. Avevamo invitato i ragazzini a telefonare ai nonni, a contattare le persone che avevano fatto la guerra, a farsi raccontare i loro ricordi e la risposta c’è stata, eccome: abbiamo ricevuto così tanti racconti e tanto materiale che credo che continueremo per tutta la settimana. Fino al Primo Maggio magari.

La voglia di partecipazione c’è, dunque, va trovata l’occasione, indicato il percorso
La voglia c’è e non solo per il 25 aprile, soprattutto in questo periodo così difficile. Vedo tante persone mobilitarsi, c’è la voglia di non lasciare nessuno indietro. Sì, con soddisfazione posso dire che la cosa positiva di questa orribile pandemia è proprio la solidarietà che è rimasta, anzi si è rinsaldata. È la grande speranza per quando usciremo da quest’incubo. Se ci si ripiega, se non si apre la porta all’altro, allora non c’è speranza, per nessuno.

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