Italia

A Enna l’acqua c’è solo una volta ogni 6 giorni: bollette stracciate

Veduta aerea del Lago di Pergusa, l'unico lago naturale della Sicilia, ormai quasi prosciugato foto Getty ImagesVeduta aerea del Lago di Pergusa, l'unico lago naturale della Sicilia, ormai quasi prosciugato – Getty Images

Emergenza Idrica Siccità e tariffe alle stelle. Nel capoluogo siculo è già sparito il lago di Pergusa. La protesta dei cittadini

Pubblicato 2 mesi faEdizione del 17 settembre 2024

Il capoluogo di provincia più alto d’Italia, il cui caldo secco la rendeva un’oasi rispetto alle umide città della costa, si adegua al razionamento già in corso nel resto dell’isola. L’entroterra siciliano sperimenta così una doppia beffa: alle tariffe dell’acqua più care d’Italia, dati Ircaf (Istituto ricerche consumo ambiente e formazione, ndr), non corrisponde un servizio che ne giustificherebbe il costo. Sembra quasi che nessuno abbia visto arrivare questa crisi idrica o che quantomeno nessuno voglia considerarla nel suo contesto più macroscopico di crisi climatica presente e non più lontano miraggio.

Avviati già nel mese di giugno, i turni per l’erogazione riguardano l’intera provincia. La morsa del caldo unita a una siccità ormai persistente hanno dettato un cambiamento delle tempistiche. Dagli iniziali giorni alterni si è arrivati a un intervallo nella distribuzione che avverrà, secondo quanto comunicato da Acquaenna, la società privata che gestisce il servizio, ogni sei giorni. Questo quanto stabilito dalla Cabina di regia, a seguito della riunione del 12 settembre, preso atto della ulteriore riduzione delle portate idriche in ingresso dell’acquedotto Ancipa.

Il nuovo piano prevederebbe, complice la geografia del capoluogo che la vede divisa su tre dislivelli, un’erogazione ogni sei giorni ed oraria ad Enna Alta, ogni quattro giorni ed oraria a Enna Bassa e ogni tre giorni nella frazione di Pergusa, il cui lago naturale, ormai scomparso, è diventato emblema della drammaticità della situazione.

Rese note le nuove disposizioni, nella mattinata di sabato 14 alcuni cittadini si sono radunati, grazie a una previa chiamata sui social, di fronte all’ente gestore. «O pago le bollette, o pago le autobotti». «Sono stanca di essere soggetto di niente». Alcuni presenti strappano in maniera simbolica le bollette, mentre una delegazione viene ricevuta dall’ente. Non è però sufficiente a placare le istanze dei presenti. L’erogazione nelle ore notturne poi complica le necessità di una popolazione, almeno nella parte alta della città, prevalentemente adulta e anziana. Si chiede l’immediata revoca del provvedimento. Si applaude a sostegno di uno dei manifestanti che indica nel rifiuto di pagare le bollette la soluzione al problema.

Emblematiche le parole di una manifestante. Preso atto della diversa distribuzione prevista per le parti della città, ad Enna Bassa la cadenza sarebbe ridotta, si malcela una dirimente questione di allocazione delle risorse in una città la cui demografia è cambiata radicalmente negli ultimi venticinque anni. La parte alta della città si sta spopolando a favore della sua parte bassa e, complice la geografia stessa, per salire e scendere è necessario un mezzo, gli ennesi faticano ancora a percepire la città come un tutt’uno.

Le pressioni, però, non sembrano aver sortito l’effetto sperato, anzi. Ieri, l’ultimo aggiornamento detta un’ulteriore restrizione: anche ad Enna Bassa l’acqua arriverà ogni sei giorni. Un adeguamento al ribasso.

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