Un confine, quello italo-sloveno, dove ogni data è motivo di scontro, dove i traumi del XX secolo si manipolano ancora in chiave anticomunista e xenofoba. Dall’inizio di quel secolo e ancora oggi si sventolano irredentismi e “Italia! Italia!” che si vuole fosse il grido della gente mentre qui, in realtà, si gridava contro la guerra e la fame. Dopo il 1918 si seppellì il passato cancellando nomi e luoghi, damnatio memoriae per i soldati italiani e sloveni caduti con la divisa austro-ungarica, percorsi di “rieducazione” per quelli che tornarono vivi. NON UNA PAROLA per sloveni e croati che emigrarono, meno...