Zyed e Bouna, tensione dopo l’assoluzione dei poliziotti
Banlieues Dieci anni fa, due ragazzini sono morti fulminati in una centralina elettrica, inseguiti dai poliziotti. Ne sono seguite tre settimane di rivolta nelle periferie francesi. Incomprensione per la sentenza che assolve i due agenti, processati per "non assistenza a persona in pericolo". Per l'avvocato Mignard: "la parola di due poliziotti bianchi ha la meglio su qualsiasi altra considerazione"
Banlieues Dieci anni fa, due ragazzini sono morti fulminati in una centralina elettrica, inseguiti dai poliziotti. Ne sono seguite tre settimane di rivolta nelle periferie francesi. Incomprensione per la sentenza che assolve i due agenti, processati per "non assistenza a persona in pericolo". Per l'avvocato Mignard: "la parola di due poliziotti bianchi ha la meglio su qualsiasi altra considerazione"
Forte tensione, ma nessun incidente grave né arresto, alle manifestazioni che hanno fatto seguito, lunedi’ sera, alla sentenza definitiva del tribunale di Rennes, che ha assolto due poliziotti, giudicati per “non assistenza a persona in pericolo” nel caso che aveva causato la morte, dieci anni fa, il 27 ottobre 2005, di Zyed e Bouna a Clichy-sous-Bois. I due ragazzini erano morti fulminati in una centralina elettrica, dove si erano rifugiati per sfuggire alla polizia, che li rincorreva sospettandoli di un furto. La morte di Zyed e Bouna era stata all’origine di tre settimane di rivolta nelle banlieues, il governo aveva imposto lo stato d’emergenza, per la prima volta in Francia dopo la guerra d’Algeria.
“E’ scandaloso, la parola di due poliziotti bianchi ha avuto ragione su ogni altra considerazione”, ha commentato Jean-Pierre Mignard, avvocato delle famiglie delle due vittime. Ma per il giudice, questo processo non doveva essere “il processo della polizia nel suo insieme, né quello delle rivolte del 2005, né quello dei vari interventi politici su questi avvenimenti”. A Bobigny ha avuto luogo la manifestazione più importante, 400 persone indignate, con momenti di tensione con la polizia. La rabbia cova anche a Clichy-sous-Bois. Ad avvelenare il clima è scesa in campo la destra in tutte le sue componenti. A cominciare da Marion Maréchal Le Pen (la nipote), già in campagna elettorale per le regionali di dicembre (in Provenza), che ha twittato con provocazione: “questa sentenza prova che la feccia ha messo a fuoco e sangue la banlieue per piacere e non a causa di un abuso della polizia”. Per il rivale alle regionali Christian Estrosi (Ump), “le famiglie devono soltanto educare i figli e fare in modo che non diventino delinquenti”. Il deputato Ump delle Alpi Marittime Eric Ciotti è soddisfatto dell’assoluzione dei due poliziotti “ingiustamente accusati per dieci anni”. La sinistra ha risposto con indignazione a queste prese di posizione, che difendendo il comportamento dei poliziotti accusando i ragazzi. “Un pensiero forte per le famiglie di Zyed e Bouna, per questi due giovani morti per niente dieci anni fa”, ha affermato l’ex ministro delle Aree urbane, il socialista François Lamy, mentre la segretaria di Europa Ecologia, Emmanuelle Cosse ha ribattuto alla Le Pen: “raramente si è visto un atteggiamento più schifoso”. Risposta a Marion Maréchal-Le Pen anche da parte del comunista Ian Brossat: “cosi’ giovane, cosi’ stupida, cosi’ piena di odio”.
Il tribunale non ha accolto la difesa dell’avvocato Mignard, che ha sottolineato che la polizia non ha solo un compito di repressione, ma anche un dovere di “protezione”, che non è stato rispettato nel caso di Zyed e Bouna. I poliziotti non si sono resi conto che i due ragazzini andavano incontro alla morte rifugiandosi nella centralina Edf? C’è una registrazione delle conversazioni tra agenti: “se entrano li’ dentro, non scommetterei sulla loro vita”, aveva detto uno all’altro. Ma per il tribunale, non è provato che i due agenti avessero “una coscienza chiara di un pericolo grave e imminente”. Dieci anni dopo, le relazioni tra giovani e poliziotti nelle banlieues non è cambiata: diffidenza, paura, controlli continui sulla base del colore della pelle, sfida. Basta un cerino per scatenare un nuovo incendio, dicono educatori e politici locali. Ma la politica non si muove e incrocia le dita, sperando che la situazione non esploda.
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