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Zuma si rifà la fattoria con i fondi statali

Zuma si rifà la fattoria con i fondi stataliIl presidente del Sudafrica, Jacob Zuma – Reuters

Sudafrica Esplode il caso "Nkandlagate"

Pubblicato quasi 11 anni faEdizione del 24 novembre 2013
Rita PlanteraCAPE TOWN

«Allora arrestateci» urlava due giorni fa la stampa sudafricana in aperta sfida al governo di Zuma. «Cosa i ministri non vogliono farvi vedere», poche parole a commento di foto di per sé eloquenti della lussuosa fattoria del presidente nel villaggio di Nkandla pubblicate da due dei maggiori e più popolari quotidiani locali, The Times e The Star.

Un affaire che da qualche anno si è tenuto latente rischia ora di implodere a pochi mesi dalle elezioni presidenziali del 2014, intaccando ulteriormente l’immagine del partito icona della lotta all’apartheid, l’African National Congress (Anc). Si tratta di uno scandalo e di un’inchiesta scomoda che coinvolge l’intero establishment politico attualmente in carica, a partire proprio dal presidente sudafricano Jacob Zuma, che risulta coinvolto in prima persona. Il ciclone «Nkandlagate» sul presunto impiego di fondi statali nella ristrutturazione della sua residenza privata viaggia in direzione perfetta per far naufragare una classe politica messa già da tempo sotto accusa anche dal nerbo delle classi sociali più fedeli.

Agli inizi di quest’anno un’inchiesta del ministero dei Lavori pubblici aveva concluso che il governo aveva speso circa 23 miliardi di dollari non per costruire il complesso privato di Zuma nel suo villaggio natale, ma per lavori di ristrutturazione dovuti a ragioni di sicurezza. La questione è però poi arrivata sul tavolo del garante pubblico dell’anticorruzione per presunte irregolarità legate ai costi gonfiati delle fatture e ai finanziamenti pubblici per i politici previsti dalla normativa vigente. Indagine che poche settimane fa il cosiddetto security cluster – vale a dire i ministri della Difesa, della Sicurezza dello Stato e della Polizia – ha cercato di bloccare in tribunale dopo essersi vista negata dal garante la concessione di una proroga per ulteriori disamine, prima che il dipartimento per l’anticorruzione rendesse pubblico il rapporto. Richiesta prontamente bollata dal garante Thuli Madonsela come «incostituzionale e illegale» e «in violazione dell’indipendenza del suo ufficio». Ma in barba ancora una volta a ogni principio di costituzionalità e di libertà di stampa, giovedì scorso è stato il ministro della Sicurezza dello stato Siyabonga Cwele a mettere in guardia i media e a vietare la pubblicazione di foto e immagini della proprietà di Zuma.

La faccenda ha creato non poca indignazione nell’opinione pubblica e presso gli organi editoriali i quali, ironia a parte, spiegando come sia sacrosanto diritto di chi paga le tasse e quindi le ristrutturazioni vedere come sono stati investiti i propri soldi, hanno pubblicato foto di repertorio della lussuosa dimora. Ora il caso rischia di implodere all’interno dello stesso Anc e proprio a un passo ormai dalla tornata elettorale del prossimo anno che si annuncia come la più problematica per il partito al governo dal 1994, accusato da più parti di corruzione, clientelismo e di essere stato incapace di raccogliere l’eredità di Mandela nella lotta alla disoccupazione e alla povertà fortemente diffusa.

 

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